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I familiari curanti, fra sacrifici, impegno e volontariato: andrebbero retribuiti?

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Di: Antonio Bolzani 

Oggi 30 ottobre è la Giornata dei familiari curanti, una giornata istituita nel 2012, per dire grazie ma anche per sostenere e accompagnare chi si prende cura dei propri cari, chi dedica e molto spesso sacrifica una parte della propria vita al lavoro di cura informale. Secondo voi i familiari curanti andrebbero remunerati e retribuiti per quanto fanno come puro volontariato? Ne parliamo oggi, ricordando che in Svizzera una persona su quattro si prende regolarmente cura di un proprio caro la cui salute o autonomia è compromessa. Il Ticino è fra i 9 Cantoni che celebrano i loro sforzi e il loro ruolo nella società. Si tratta infatti di un pilastro indispensabile che affianca i servizi sociali e sanitari, ma è anche un lavoro che viene svolto lontano dai riflettori, per non dire nell’invisibilità. In Ticino sono circa 50 mila le persone che si prendono cura di un proprio caro almeno una volta alla settimana. Sono numeri che fanno una certa impressione, che dicono tanto anche dell’evoluzione demografica di un paese che invecchia e delle inevitabili necessità di presa a carico di una parte della popolazione. Svolgere il ruolo di familiare curante è gratificante, ma può anche essere faticoso. Quando si è giovani può risultare ancora più difficile. Si dovrebbe allora valorizzare maggiormente il ruolo e l’impegno dei familiari curanti? Come? Dite la vostra oggi, telefonandoci allo 0848 03 08 08 o scrivendoci via Wathsapp allo 076 321 11 13.

È ospite:
Sara Duric, coordinatrice del programma cantonale del sostegno ai familiari curanti del Dipartimento della Sanità e della Socialità del Canton Ticino e responsabile della Piattaforma cantonale dedicata a questa preziosa categoria

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