Sciopero alla TotalEnergies e Esso ExxonMobil, il sindacato CGT ha indetto una protesta fuori dalla raffineria Esso a Fos-Sur-Mer, Francia, 11 ottobre 2022
Millevoci

I venti che agitano la Francia (3./3)

Dibattito a cura di Michela Daghini

  • Keystone
  • 24.10.2022
  • 51 min
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Emmanuel Macron è stato il primo leader straniero a incontrare la nuova premier italiana Giorgia Meloni. Un incontro informale, in cui si è discusso di varie questioni europee tra cui, naturalmente, l’energia. Intanto in Francia, a quattro settimane dall'inizio delle proteste sociali, il lavoro nelle raffinerie sta riprendendo. Le mobilitazioni hanno inequivocabilmente evidenziato le criticità di un momento economico difficile per la maggior parte delle famiglie francesi, tra crisi energetica, aumento dell'inflazione e cambiamenti climatici. Dopo la grande manifestazione contro il carovita organizzata dalla sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, è stata la volta dei sindacati che hanno indetto una giornata di sciopero nazionale nei settori di trasporti ed energia esteso anche alla scuola e al settore pubblico. Lo stop, che ha creato disagi nella distribuzione di carburante in tutto il Paese, mirava ad aumenti salariali contro la perdita di potere d’acquisto, a fronte dei benefici record realizzati da TotalEnergies - 10 miliardi di dollari nel primo semestre 2022. La vertenza è stata chiusa con l'accordo, non firmato dalla Confédération générale du travail CGT, che prevede un 5% in più in busta paga (contro il 10% chiesto dai lavoratori) e un bonus una tantum. L'Assemblea nazionale, inclusi alcuni sostenitori di Macron, ha approvato emendamenti che il governo ha ritenuto anti-business ma che rispecchiano la pressione sociale, chiedendo alle aziende un maggiore contributo per contrastare la crisi economica. Un aumento dei salari rivendicato anche dalla centrale nucleare più potente della Francia, quella di Gravelines. Il rischio per l’inquilino dell’Eliseo è che il malcontento si diffonda ad altri settori. Il governo di minoranza del presidente deve infatti fare i conti con la crescente collera della nazione che sembra opporsi alle riforme, come quella delle pensioni prevista alla fine dell'anno, e l'imminente inasprimento delle norme sui sussidi di disoccupazione. Nei giorni scorsi è stato annunciato un nuovo ciclo di negoziati con i sindacati e le altre parti sociali proprio per introdurre una legislazione nel 2023. Inoltre la guerra in Ucraina e l'incertezza economica spingono i francesi alla prudenza. Come si posiziona adesso la politica tra Francia ed Europa? Come si muove e cosa può fare la Banca centrale europea? Perché la protesta continua ad essere una modalità di partecipazione politica culturalmente radicata nei francesi?

Ne parliamo con:
il politologo Paolo Modugno, Professore a Sciences Po, Parigi
Sara Gentile, insegna Scienza politica e Analisi del linguaggio politico all’Università degli studi di Catania ed è professeur invité al CEVIPOF di Sciences Po, autrice di Macron bifronte. La Francia di Macron fra populismo e sconfitta della «gauche»
l’accademico Yves Meny, già Professore a Sciences Po, autore di Popolo ma non troppo. Il malinteso democratico e di Imparfaites démocraties
l’economista Sergio Rossi, Ordinario di Macroeconomia ed Economia monetaria all'Università di Friburgo

Sciopero alla TotalEnergies e Esso ExxonMobil, il sindacato CGT ha indetto una protesta fuori dalla raffineria Esso a Fos-Sur-Mer, Francia, 11 ottobre 2022
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