Millevoci: Il Medioriente, l’Islam e noi
Della Siria ormai non si parla quasi più, l’Afghanistan dei talebani suscita timori e repulsione, ma pian piano pure questo paese sta scomparendo dalle copertine della stampa, il Libano è in ginocchio, del Qatar si parla ormai più per lo sport che per i suoi influssi ideologici, il flusso di profughi con i suoi drammi in mare non conosce tregua ma ormai anche le tragedie diventano routine, il terrorismo islamista ritorna a far parlare di sé nel Regno Unito con l’uccisione del deputato David Amess o in Francia dove si ricorda l’assassinio un anno fa del docente di storia Samuel Paty e dove è in corso il processo per la strage del 2015 al Bataclan di Parigi. Che lo si voglia o no, in modo palese o in sottotraccia, il Medio Oriente continua a determinare le nostre vite e il nostro futuro rimane in gran parte legato a quanto succede a Teheran, Riad, Damasco o Ankara. Ne “Il ritorno del Profeta” il politologo Gilles Kepel ci racconta di come il teatro mediorientale rimane esplosivo e ci spiega il nuovo sistema di alleanze e di interessi incrociati da cui dipenderà la nostra sicurezza, il nostro benessere e la nostra stabilità. E’ proprio prendendo spunto da questo recentissimo studio che Millevoci si prefigge di fare il punto su alcune tematiche che a volte sembrano distanti ma che sono in realtà estremamente vicine alla nostra vita quotidiana.
Ospiti:
Gilles Kepel, politologo e arabista all’Usi e all’Ecole Normale Supérieure di Parigi
Claudio Bertolotti, ricercatore all’Ispi, l’Istituto di studi politici internazionali e esperto di Afghanistan
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