Tags: strage, sparatorie, Daillon, prevenire, armi, fuoco, Newtown, limitare, proposte, leggi, militari, Millevoci 2013A
Dalla strage di Newtown a quella di Daillon, il denominatore comune è sempre lo stesso: un assassino armato che spara e uccide in modo folle e con caricatori pieni di colpi, assassini in possesso di armi grazie a degli arsenali privati a dir poco inquietanti in grado di sterminare un numero impressionante di persone
Le domande che le autorità politiche e l'opinione pubblica si fanno dopo queste tragedie sono sempre le stesse: perché vi sono in circolazione così tante armi? E soprattutto come controllare meglio il possesso di armi da fuoco in Svizzera ? Per prevenire simili carneficine basterebbe la creazione e la messa in rete di un registro nazionale centralizzato delle armi ? Oppure sarebbe più efficace e più sicuro consegnare tutte le armi militari e d'ordinanza in locali sicuri dell'esercito ? Tra i possibili rimedi si è anche pensato all'obbligo di ottenere una dichiarazione che attesti la necessità e la capacità di utilizzare un'arma.
Tra chi vorrebbe vietare il possesso di armi e chi, invece, difende il diritto di possedere delle armi, purché queste siano note alle autorità, il dibattito politico in questi giorni si è alimentato di proposte di inasprimento delle leggi in vigore e la questione del permesso del porto di armi sta sollevando molte e animate discussioni. Per capire quali strumenti abbiamo per anticipare e contenere queste stragi, l'edizione di Millevoci si sofferma con vari interlocutori su un tema che è purtroppo sempre di grande attualità. Partecipano alla trasmissione: Alessia PAGLIA, capo dell'Ufficio cantonale di vigilanza sulle tutele; Claudio PORTAVECCHIA, Capo del Servizio autorizzazioni della Polizia cantonale; Michel VENTURELLI, criminologo; il dottor Carlo CALANCHINI, medico psichiatra; il dottor Pio FONTANA, presidente del movimento LibertàeValori.ch e la consigliera nazionale Marina CAROBBIO.
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