La parola ferita si riferisce al corpo e indica una lacerazione della pelle, ma anche allo spirito, quando evoca una pena d’amore, una sofferenza o un’offesa nell’animo. Abbiamo imparato che le ferite fisiche si rimarginano e che per il corpo una ferita non è per sempre. Il corpo sa guarire, lo spirito sembra invece fare più fatica. Le ferite morali sono infatti simili a un trauma profondo, che occorre riconoscere, di cui ci si deve fare carico e che è necessario elaborare. Un processo che innesca una trasformazione e sfocerà in una cicatrice, più o meno rosata, relegando nel ricordo la ferita dolorosa e sanguinante. Ma da dove cominciare per avviare la guarigione?
Prendendo spunto da un ciclo d’incontri proposti dell’associazione “Il Filo”, intitolato “Parole nel tempo”, anche a Millevoci riflettiamo sulla parola “ferita” con sguardi diversi, dialogando con:
Roberta Frugoni, copywriter e consulente di comunicazione, presidente dell’associazione Il Filo
Marco Di Feo, filosofo, ricercatore e scrittore; attualmente responsabile di un programma occupazionale presso Caritas
Sara Haeuptli Nguyen, coach e counselor, fondatrice di La Pelle Azzurra, esperta certificata di intelligenza emotiva, presidente del Forum genitorialità della Svizzera italiana
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