La storica statua parlante, usata dai romani dal 1500 ad oggi per esprimere il malumore popolare sotto forma di versi satirici anonimi, è interprete delle così dette "pasquinate", critiche taglienti e irriverenti del potere papalino e del malgoverno. Nei secoli questa tradizione è stata perpetuata e oggi Guido Palma, ottuagenario romano de' Roma ed ex-partigiano, è a tutti gli effetti considerato l'erede di Pasquino. Grazie a lui infatti i famosi bigliettini, appesi al collo e ai piedi della statua, appaiono quotidianamente. Le sue rime non sono più rivolte contro il Papa e la curia romana, ma contro i governanti di oggi, di qualunque colore politico. Pasquinotto, come ama firmarsi, denuncia le ingiustizie ed i soprusi verso i poveri e gli indifesi. Dal padre partigiano e la madre ebrea ha ereditato il senso di giustizia che lo guida e lo accende ogni giorno: «I prepotenti non li ho mai potuti sopportare ed ancora oggi continuo a divertirmi a sfottere il potere. Che in Italia non è nemmeno un potere, ma un poteracchio».
Guido Palma
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