Una cantautrice perfetta 

«Sarebbe un po’ troppo facile riassumere il sound di Maya Delilah con la risposta alla domanda “E se Norah Jones sapesse suonare la chitarra come Eric Clapton?”, ma il paragone coglie bene le influenze in gioco nel lavoro dell’artista londinese». Una recensione così – letta in rete – non può che stuzzicare la curiosità, soprattutto se poco più avanti si cita un’altra leggenda della chitarra elettrica e acustica, Mark Knopfler, si nomina la prima singer-songwriter, Carole King, si accenna ad atmosfere ballabili e “new jack swing” (una fusione di soul, contemporary R&B, hip hop e doo wop, una cosa dei tardi anni Ottanta), con l’aggiunta del nome dell’etichetta che ha pubblicato il primo album di Maya Delilah, la Blue Note. Così, nel giro di pochi minuti, l’album è stato comprato e scaricato. Mantiene le promesse? Forse il recensore sul web ha calcato un po’ la mano? No, The Long Way Round è proprio un bell’album di debutto, con una brava cantautrice/chitarrista (e bassista) affiancata da valentissimi musicisti e musiciste (Aaron Graham, Aaron Sterling, Annika Bennett, Benjamin Fletcher, Cory Henry, Doug Schadt, Grace Lightman, Greta Isaac, Jesse Singer, John Jones, Josh Grant, Martin Luke Brown, Peter Miles, Samm Henshaw, Seth Tackaberry, Stephen Barnes, Tom Higham, Trey Campbell: ma quanti sono?). Meriterebbe un ascolto panoramico, saltando da una traccia all’altra, non prima di aver assaporato la varietà e il fascino di ciascuna. I guai vengono dopo, quando – cercando di ottenere qualche informazione in più – si trova che Maya Delilah ha studiato nello stesso istituto, la BRIT School for Performing Arts & Technology, frequentato da Adele e da Amy Winehouse, che a 24 anni è presente su tutti i social media e ha un sito web pieno di informazioni, nel quale brilla una pagina ricchissima dedicata al merchandising. Insomma, Maya Delilah è perfetta. È il prodotto che ogni discografico e ogni promoter vorrebbe avere. E ha anche un contratto di endorsement con la Fender. Troppo?