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Yello, la techno ha due papà svizzeri

A partire dagli anni ‘80, il loro pop sintetico ha influenzato numerosi artisti di musica elettronica

  • 19 aprile, 11:02
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Dieter Meier e Boris Blank, gli Yello

  • Imago/Tinkeres
Di: Daniele Oldani/Red. 

Una coppia da 12 milioni di dischi venduti. Facciamo una band? racconta la storia degli Yello, duo di pop elettronico che risponde ai nomi di Dieter Meier e Boris Blank, fra i più famosi e influenti a livello mondiale. Meier è anche artista, produttore cinematografico, imprenditore, produttore agricolo e vinicolo. Insieme a Blank, alla fine degli anni ‘70 ha creato questa formazione, che ha fatto una scelta precisa, frutto dell’amore per la musica elettronica, i campionatori di suono e la strumentazione particolare. Sono considerati i padri della musica techno, perché da molte loro canzoni sono nati tanti e tanti esempi. Per dire, Oh Yeah è stata utilizzata come colonna sonora di film, pubblicità e anche nella serie televisiva dei Simpson. 

Nell’arco della loro lunga carriera hanno pubblicato 14 album. Oggi Meier ha 80 anni, Blank 73, quindi hanno una certa esperienza, ma hanno fatto dei dischi anche molto di recente. La loro musica si basa su campionamenti e suoni sintetici: sono arrivati a sperimentare il suono prodotto da una palla di neve gettata contro un pezzo di legno come ritmo di base per una canzone!

Un suono iconico, ironico, glam, sofisticato, che fa affidamento sulle tecnologie dei computer. Loro non l’hanno mai smentito, anzi, sono particolarmente affascinati da questi suoni elettronici. E dei due, Boris Blank è sicuramente la mente musicale, anche se, ha confessato, «io non so leggere neanche uno spartito». Dieter Meier è la voce: quella, molto bassa, che mette la firma sui loro pezzi. Una tecnica canora che ha iniziato ad apprendere cantando “sul campo”. A renderli unici anche i loro video. Prodotti negli anni ‘80, furono tra i più creativi e brillanti trasmessi da una ancora giovane e fresca Mtv, il famoso canale americano. Anche a livello di immagine si sono saputi distinguere con grande originalità. Probabilmente, in questo senso, l’apice lo hanno raggiunto con il singolo del 1988 The Race.

Qualcuno li ha paragonati ai tedeschi Kraftwerk. Ve li ricordate? Quelli tutti vestiti uguali che sembravano dei robot. «A dire il vero noi siamo l’esatto opposto» ha spiegato Meier, «Loro sono minimalisti, noi siamo dei girovaghi nella giungla dei suoni e ci lasciamo ispirare dalle situazioni».

Quali sono i progetti futuri degli Yello? «Il mio più grande sogno» ha dichiarato Blank «è tenere un concerto a Las Vegas per festeggiare il novantesimo compleanno di Dieter». Che, appunto, di anni ne ha 80. Quindi si danno ancora molto, molto tempo per celebrare tutto questo.

Perché si chiamano Yello? Arriva da un’espressione che Meier usa spesso, ovvero «a yelled hello», un ciao urlato: da lì, abbreviando, Yello.

07:10

Yello

Facciamo una band? 15.04.2025, 06:10

  • Keystone
  • Daniele Oldani

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