Ad Atlanta Lewis diventa leggenda

A una settimana dall'inizio della 31a Olimpiade dell'era moderna si celebra l'entrata nella storia di Carl Lewis. Il 29 luglio del 1996 ad Atlanta, lo statunitense vinceva infatti il suo quarto oro olimpico consecutivo nel salto in lungo, divenendo il secondo atleta di tutti i tempi a centrare quattro successi in una sola disciplina. Prima di lui ci era riuscito il connazionale Al Oerter nel lancio del disco (1956-68).

Il figlio del vento, come era soprannominato per l'analogia con Jesse Owens, che avesse delle qualità straordinarie lo si era capito fin dalla sua prima partecipazione ai Giochi, a Los Angeles nel 1984. L'allora 23enne, come il suo predecessore a Berlino 1936, sbaragliò la concorrenza in tutte e quattro le gare cui ha preso parte - 100m, 200m, 4x100m e salto in lungo - mettendo in bacheca le prime quattro medaglie d'oro a cinque cerchi.

A Seul nel 1988 ne arrivarono altre due, sempre nel lungo e nei 100m dopo la squalifica di Ben Johnson, oltre all'argento nei 200m; mentre a Barcellona 1992, sommata a quella dalla pedana, ci fu anche il successo nella 4x100m, cosa che mancò ad Atlanta per centrare, con dieci medaglie del metallo più prezioso, un altro storico primato. Nato il primo luglio del 1961 e simbolo di un'atletica pulita in un'epoca in cui si vedevano non poche stranezze - su tutte sportivi e sportive del vecchio blocco sovietico e lo stesso Ben Johnson - Lewis è stato detentore del record del mondo nei 100m dal 1991 al 1994 (9"86), mentre ha solo sfiorato l'8,90m nel lungo di Bob Beamon, poi battuto dal suo storico rivale Mike Powell (8,95m) che ne è ancora il possessore a 25 anni di distanza.