Una competizione mondiale in cui il risultato conta soltanto in parte. Si sono conclusi lo scorso weekend in Piemonte i World Winter Games 2025, i Giochi invernali di Special Olympics dedicati a persone con disabilità intellettive. Tra l’8 e il 15 marzo varie località (Torino, Sestriere, Bardonecchia e Pragelato) hanno ospitato gli oltre 1’500 atleti da 100 paesi che si sono cimentati nelle nove discipline previste dal programma. Una manifestazione che - contrariamente a quanto succede con Olimpiadi e Paralimpiadi - permette a tutti di partecipare, in modo da favorire al massimo l’inclusione di persone con difficoltà anche gravi.
Il focus è orientato al risultato, perché è ciò che gli atleti vedono quotidianamente nel mondo sportivo e vogliono raggiungerlo. Ma ciò che sta dietro ha un valore ben più grande
Aldo Doninelli
Un evento a cui ha preso parte pure la Svizzera, presentatasi con 39 atleti e capace di ottenere ben 48 medaglie in totale. Due di queste, per giunta d’oro, sono arrivate grazie alla 45enne ticinese Judith Wegmann, diventata campionessa in slalom e gigante categoria avanzati. “Riteniamo di essere sulla buona strada verso un’inclusione globale - ha commentato il capo delegazione svizzero Aldo Doninelli - Negli ultimi anni il processo ha subito una grossa accelerazione, ci sono paesi dove il processo d’inclusione anche a livello sportivo è ancora più avanzato. Come nei paesi scandinavi, dove il movimento di Special Olympics è inserito a pieno titolo nel mondo sportivo e sostenuto dal comitato olimpico. Da noi questo ancora non succede ma vediamo altre Nazioni confrontate con difficoltà anche più grandi”.
L’incontro con persone provenienti da tutto il mondo permette di legare anche dove c’è una barriera linguistica, grazie a un sentimento di comunione, di fratellanza e di amicizia
Aldo Doninelli
La palla passa ora proprio alla Svizzera e più precisamente a Zurigo, dove nel 2029 si terrà la prossima edizione di un evento importantissimo anche al di fuori di esso: “Grazie allo sport queste persone crescono, maturano, diventano più indipendenti e sicure di sé. Avviene quindi un processo di crescita che permette loro di essere inseriti maggiormente nella società, vengono riconosciuti per quello che riescono a fare e loro stessi si sentono più valorizzati e quindi in grado di gestire maggiormente la quotidianità in modo più autonomo”, ha concluso il capo delegazione di Special Olympics Switzerland.
Special Olympics, il servizio sui Giochi mondiali invernali (La Domenica Sportiva 16.03.2025)
RSI Sport 16.03.2025, 20:54