Due gravi infortuni. Uno dopo l’altro. Prima il ginocchio sinistro, poi quello destro. Appena varcata la porta del paradiso - sì, così appare Basilea, soprattutto per chi ha fatto la gavetta in Challenge League - inizia allora una sorta di avvilente discesa verso gli inferi, protrattasi per le ultime due stagioni (basti il numero di presenze complessive, nove). Ma anziché rassegnarsi dinnanzi al fato avverso, Andrea Padula, da lottatore vero, ha scelto di intraprendere la via della rinascita. E proprio questa l’ha condotto fino in Romania. Non a Bucarest, la città della madre, bensì più a ovest, tra le file dell’FC U Craiova. Lì, nella speranza che la sfortuna abbia finalmente volto lo sguardo altrove, il 27enne ticinese (ex Chiasso e Bellinzona, lo ricorderete) è tornato a correre su e giù per la “sua” fascia sinistra, partendo da dietro. Vero, il passato ha insegnato a non fantasticare troppo, eppure vi è sempre un sogno da inseguire.
Andrea, partiamo dall’inizio. Quanto è stata dura dover frenare sul più bello, quando eri in rampa di lancio?
Devo ammetterlo, davvero tanto. Pensate al tipo di emozioni che si provano nel passare da una realtà come Wil al grande Basilea, tra leggende del calcio svizzero. O dalla Challenge all’Europa League in pochi giorni: entusiasmo, felicità, quasi non te ne rendi conto. Poi, purtroppo, il primo stop. E dopo una riabilitazione lunga e difficoltosa, le cose sono cambiate. Nuovo presidente, nuovo allenatore: per me non c’era più spazio. Allo stesso tempo, tuttavia, quest’esperienza mi ha fortificato parecchio. Mangiarsi il fegato in fisioterapia tutti i giorni, mentre si lavora sodo per rientrare, è servito ad aumentare la consapevolezza dei miei mezzi. Oggi sono un Andrea più forte di prima. Un Andrea fiero di sé, anche, sia come calciatore che come persona.
Il rilancio passa quindi dalla Romania. Come descriveresti il tuo impatto con la SuperLiga?
Veramente molto positivo. Non mi aspettavo di trovare un campionato così competitivo, così seguito. Certo, il calcio qui è lo sport nazionale, e lo sapevo, ma il numero di tifosi e la qualità dei campi - quasi tutti bellissimi - mi hanno comunque impressionato.
Ma hai in programma di fermarti a lungo? Oppure Craiova è soltanto una tappa transitoria per poi fare ritorno in Svizzera?
In tutta onestà, non ci ho ancora pensato. Per ora voglio unicamente stare e fare bene qui. Punto a portare a termine un’ottima stagione, tornando ai miei livelli. Il resto si vedrà in seguito.
Ampliamo il discorso alla Nazionale. In base a quanto ammirato di persona, ti sorprendono i progressi compiuti dalla selezione rumena? Strano vederla davanti a quella svizzera, no?
In realtà non sono troppo stupito. La seguo da sempre: secondo me si parla di una gran bella Nazionale, una Nazionale importante. Visto il prestigio - dopo sette anni di delusioni - la qualificazione ad un grande torneo era solo questione di tempo. Giusto così, devono essere questi gli standard. Riguardo al confronto con la Svizzera, invece, direi che se la giocano alla pari. Anche stasera.
In squadra con te c’è un’altra nostra vecchia conoscenza: Léo Lacroix, che vanta pure un gettone in rossocrociato. Parlate mai della Nazionale elvetica?
Léo, un grande! Sì certo, lo facciamo molto spesso, commentando le partite. Non è l’unico tema, però: ogni giorno discutiamo di calcio in generale, ciascuno con la propria visione.
E chissà, magari un giorno sarete in due a poter raccontare “quella volta che ho esordito in campo internazionale…”. Ti ci vedi? Pensi che sia un traguardo raggiungibile?
Beh, a breve riceverò il passaporto rumeno, quindi sì. L’avevo già dichiarato ai tempi di Basilea: la mia grande ambizione resta quella di giocare per la Nazionale della Romania. Di conseguenza, farò di tutto per meritarmi la convocazione.
In bocca al lupo, allora. Intanto, poiché non siamo ancora avversari, dacci un pronostico imparziale per stasera e uno per Euro 2024: Svizzera o Romania, chi farà più strada?
Oggi, come detto, prevedo equilibrio, dunque 1-1 e Romania prima. Per quanto concerne l’estate prossima, al contrario, non riesco a sbilanciarmi: auguro a tutte e due di andare il più avanti possibile.
Legato a Rete Uno Sport 21.11.2023, 12h30