La partenza di Carlo Manicone - 19 anni, figlio di Antonio, ex calciatore e attuale vice di Vladimir Petkovic sulla panchina della Nazionale svizzera - è quella del più classico dei predestinati. A sottolineare il valore dell'attaccante e capitano della Primavera dell'Empoli c'è poi il premio di Golden Boy, ricevuto un paio di settimane fa come miglior giocatore del Torneo di Viareggio, dove i toscani sono stati superati solo in finale dal Sassuolo ai rigori.
Tutto molto bello, ma non è stato certo facile. "La gente vede il giocatore, ma non ciò che ci sta dietro - racconta il giovane talento ai microfoni di Rete Uno Sport - A quindici anni sono uscito di casa e non è mai facile lasciare famiglia e amici. Siamo molto uniti, ci vogliamo un gran bene, e questa è la mia forza principale. Quando ci sono momenti di difficoltà riesco ad uscirne grazie a loro, soprattutto a mio fratello, sempre disponibile e pronto a darmi una mano, ma anche a mio padre, un esempio per me, le mie sorelle e poi ovviamente a mia madre, che lega insieme tutto".
"L'etichetta di 'figlio di papà' la sentivo di più da piccolo, ma ho sempre risposto coi fatti sul campo"
Carlo Manicone
E proprio il papà è sempre lì a dare buoni consigli. "Compito di un genitore - dice proprio Antonio Manicone - è quello di far capire ad un ragazzo che ciò che conta è il presente, e il presente è lo studio. Comunque i ragazzi devono avere dei sogni e devono cercare a tutti i costi di andare a prendere questi sogni e raggiungere i propri obiettivi". Passato dal Team Ticino U16 e dalla Juventus U17, Carlo Manicone, anche studente in economia all'Università di Firenze, presto farà il salto nei professionisti. "Per me l'importante è trovare una squadra che ti dia fiducia, e potrebbe anche essere il Lugano, perché no?".
Il servizio di David Conti con Carlo Manicone (Rete Uno Sport Magazine 13.04.2017)
RSI Sport 13.04.2017, 20:55
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