di Omar Bergomi
Ventinove anni. Tanti sono quelli passati dall'ultima volta che il Lugano ha alzato al cielo un trofeo. Era la finale di Coppa Svizzera del 1993 e tra i vari campioni in campo di quella storica formazione c'era anche René Morf. Con i bianconeri di nuovo all'ultimo atto della competizione, l'ex difensore spiega ai microfoni RSI cosa vuol dire vincere con questi colori: "È un sogno che si avvera. Per una realtà come Lugano è un evento abbastanza raro e per me è stato motivo di grande orgoglio".
Un gesto di un giocatore che magari non ci si aspetta potrebbe decidere la partita
René Morf
Come vede l'ex capitano la partita del Wankdorf con il San Gallo? "La finale, si sa, è una partita a sé. Sono due squadre che hanno dimostrato il loro valore, non sono lì per caso. Sarà un episodio o un dettaglio a decidere la partita, auspicando che sia a favore del Lugano". Anche il 52enne ha voluto sottolineare l'importanza dei tifosi: "Sono una spinta in più. Di solito non abbiamo una media spettatori altissima, e dunque avere una muraglia di così tanti tifosi ti dà una spinta enorme".
Curiosamente, l'ex difensore prima di ogni match di Coppa del Lugano pranza con mister Croci-Torti: "È vero che ci siamo visti, insieme anche a Cao Ortelli, ormai è diventata un'abitudine, non è scaramanzia. È bello discutere con Mattia, e mi fa piacere che voglia ascoltare anche qualche mia parola. Lui è una persona molto trasparente ed emotiva e la sua passione la trasmette alla squadra. Secondo me questa è la sua forza e ha dimostrato anche di saperci fare a livello tattico".
L'impressione della nuova società FC Lugano è ottima, si vede che dietro c'è chi conosce il calcio svizzero
René Morf
Morf è l'attuale recordman di presenze con la maglia bianconera, un primato che però pare destinato ad essere superato dall'attuale capitano Jonathan Sabbatini, ora ad appena una manciata di partite di distacco: "Sono numeri. Io sono orgoglioso di quello che ho potuto dare al Lugano, è la mia città e la mia squadra. Sabbatini sta dimostrando di essere un grande calciatore e in quest’epoca essere fedeli a una squadra così a lungo è ancora più raro, per cui non posso che fargli i complimenti. Ben vengano giocatori come lui".
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