No, un derby non potrà mai accontentare tutti. Al di là del risultato finale, però, il quarto stagionale porta con sé aspetti quasi esclusivamente positivi, da una parte e dall’altra. Per motivi di classifica - il decimo posto, in fondo, è un po’ più vicino - ma anche e soprattutto per quanto Ambrì e Lugano hanno saputo offrire sul ghiaccio. Powerplay a parte, sono evidenti i progressi di due squadre che - ora sì - trasmettono la sensazione di poter far male piuttosto che di farsi del male. Quello di ieri, allora, chiamiamolo derby delle conferme. Sì, perché la super linea di Cereda ha responsabilizzato le altre, generando equilibrio e continuità nel line-up biancoblù. Sì, perché il gioco senza troppi fronzoli e più in verticale di Krupp esalta maggiormente giocatori fondamentali nello scacchiere bianconero come Sekac, Zohorna e Carr. La via è finalmente tracciata.
Highlight: non possono che essere i rigori, i momenti decisivi del derby. La sfida, infatti, viaggia su binari (quasi) paralleli: il primo tempo è sostanzialmente equilibrato, il secondo è di marca biancoblù e il terzo assume tinte bianconere. Giusto, dunque, che la sfida si protragga oltre il 60’. Giusto, pure, che a vincere sia l’Ambrì per il maggior numero di occasioni create. Tante delle quali sciupate da Bürgler, che nel momento clou si rifà alla grande e consegna ai suoi la sesta vittoria in altrettante partite terminate ai rigori. Con il sostegno di Kubalik e Juvonen.
Top scorer: risulta difficile, da una parte e dall’altra, trovare un giocatore che emerge rispetto ad altri. Juvonen e Schlegel compiono diversi interventi decisivi, subiscono una sola rete e vengono premiati come migliori in pista. Il riconoscimento, in effetti, ci sta tutto. Guardando oltre i singoli, invece, è un piacere ammirare l’intesa nel terzetto tutto straniero dell’HCAP, quello già citato e composto da Kubalik, Maillet, DiDomenico. Diverso per caratteristiche fisiche ma ugualmente impressionante anche il blocco dei cechi dell’HCL, con Sekac e Zohorna ad approfittare del lavoro di Patry. La rincorsa delle ticinesi passerà soprattutto da loro.
Time out: ci sono squadre a cui mancano nove partite, altre a cui ne mancano dieci e altre ancora a cui ne mancano undici. Le pecche del calendario della National League sono note da tempo. Fare calcoli, insomma, è difficile. Guardando però alle ultime sei partite, vale a dire da quando Krupp si è insediato sulla panchina del Lugano, si può notare come le due ticinesi siano le squadre migliori tra quelle che puntano ad un posto diretto nei play-in. Certo, regna l’equilibrio e tutto probabilmente si deciderà all’ultimo, ma il rush finale è meglio affrontarlo con il pieno di fiducia. Dunque: Lugano (13 punti), Ambrì (11 punti), Rapperswil (10 punti), Langnau (9 punti), Bienne (8 punti), Ginevra (4 punti). Che sia di buon auspicio.
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A tutto Hockey 28.01.2025, 23:10
Il commento di Lorenzo Boscolo (Rete Uno Sport 29.01.2025, 09h00)
RSI Sport 29.01.2025, 08:28
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Il servizio con Marco Müller e Dario Bürgler (Rete Uno Sport 29.01.2025, 07h00)
RSI Sport 29.01.2025, 08:28
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