E alla fine a Praga spunta anche Nemo con The Code

Siamo già nel futuro, alla O2 Arena. Non tanto per l’impianto in sé, inaugurato esattamente 20 anni fa ma che soddisfa tutt’oggi le esigenze di comfort del pubblico, bensì per l’intrattenimento riservato loro durante ogni partita. Sì, al Mondiale - perlomeno a Praga - non esistono tempi morti ed è vietato annoiarsi. E forse, viste le interminabili pause e gli immancabili powerbreak che prolungano sempre più gli incontri, è meglio così. Per buona pace di coloro che vorrebbero semplicemente godersi una partita di hockey.

D’altronde una manifestazione simile dev’essere prima di tutto una festa. E per renderla tale, qui in Cechia, si sono inventati un po’ di tutto. Dal riscaldamento sino alla sirena finale, ogni momento morto del confronto prende vita sul tabellone della pista e non solo. Dalle abitudini più classiche, dedicate a mascotte, kisscam e battimani, a quelle più sofisticate, che trasformano i tifosi in cartoni animati o in testimonial per una marca di cosmetici. Se coloro che finiscono in arena-visione restano tendenzialmente i più colorati, tutti indistintamente possono partecipare ai brevi quiz che vengono proposti sul maxischermo. Basta uno smartphone, in fondo, per essere protagonisti.

E poi, sfruttando un impianto acustico non indifferente, non può mancare la musica. Fa tutto il DJ piazzato tra il pubblico dietro ad una delle due porte, che scandisce il tempo a proprio piacimento. Le uniche eccezioni? Quando si gioca, chiaramente, e quando prendono parola gli arbitri per chiarire una penalità, anche se in quel caso a farla da padrone sono (spesso) i fischi. Ah, dimenticavamo, le squadre entrano in pista sulle note di tre canzoni inserite nella loro playlist. E sì, quella della Svizzera include anche The Code di Nemo. Ma solo da ieri.