Adesso per il Lugano si fa davvero dura. Battuti in gara-1 dal Friborgo i bianconeri non sono riusciti a pareggiare la serie, venendo sconfitti anche tra le mura amiche per 4-1. Un break che gli uomini di Dubé hanno conquistato approfittando delle imprecisioni della truppa di Gianinazzi, generosa sì nel suo sforzo offensivo e pure sfortunata in diverse occasioni, ma incapace di trarre profitto dalle tante occasioni create. Dall’altra parte invece, i burgundi hanno colpito sfruttando le indecisioni della retroguardia ticinese, portandosi a due sole vittorie dal passaggio in semifinale. I sottocenerini si possono consolare quantomeno con l’attitudine portata in pista, decisamente migliore rispetto al primo match, ma per scalfire le certezze degli avversari - parsi più forti sia a livello mentale che soprattutto fisico - servirà un ulteriore step e maggiore cinismo davanti al portiere.
Nemmeno il tempo di far toccare il ghiaccio al primo disco del match che i ferri delle due porte hanno subito iniziato a suonare: già dopo 2’ infatti DiDomenico ha colpito la traversa, poco dopo è invece toccato a Thürkauf far cantare l’incrocio alla sinistra di Berra. Rispetto alla gara della BCF Arena i sottocenerini, con Ruotsalainen al posto di Quenneville e Koskinen confermato tra i pali, sono sembrati più pimpanti ed energetici, spinti anche da una Cornèr Arena in modalità “playoff”. Dal canto loro gli ospiti hanno cercato di colpire in velocità con il solito Sörensen e con la linea di Bertschy, De La Rose e il già citato DiDomenico, giocando soprattutto con gli accoppiamenti tra le linee delle due squadre. Ai punti i padroni di casa avrebbero anche meritato il vantaggio alla prima pausa, ma dapprima Berra su Verboon e poi un’altra traversa di Arcobello in inferiorità numerica hanno fatto sì che al suono della sirena il punteggio del tabellone fosse ancora di 0-0.
Punteggio sbloccatosi invece ad inizio periodo centrale, quando il micidiale powerplay del Gottéron ha colpito con Wallmark. Da lì il match si è acceso anche sul piano fisico diventando via via più intenso e - a tratti - sporco, anche a causa del metro di giudizio arbitrale molto lassista. Oltre ai colpi però sono aumentate anche le occasioni da gol, col Lugano vicino al pareggio con Wolf e il Friborgo al raddoppio con la traversa di De La Rose. In un ambiente quasi da Far West la rete non poteva che arrivare in maniera caotica, con un disco lanciato a palombella in zona Koskinen e indirizzato in porta di pattino in maniera regolare da Schmid. Il numero 73 ha poi realizzato la personale doppietta scappando via in boxplay e realizzando il pesantissimo (e anche un po’ severo) 3-0. Una rete che ha definitivamente tagliato le gambe a Thürkauf e compagni, che nel terzo tempo hanno provato ad attaccare più col cuore che con la testa perdendo però man mano lucidità nelle operazioni. E, col passare dei minuti, anche la speranza di poter riaprire una partita, visto che Berra ha perso la sua imbattibilità solo a 18”1 dal termine a causa del gol di Joly, a cui ha risposto Marchon a porta vuota 5” dopo.
NL, l’intervista a Luca Gianinazzi (18.03.2024)
RSI Sport 18.03.2024, 22:52
NL, l’intervista a Lorenzo Canonica (18.03.2024)
RSI Sport 18.03.2024, 22:45
Il servizio con Mark Arcobello (19.03.2024, 12h30)
RSI Sport 19.03.2024, 13:04
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Il servizio con Samuel Guerra (Rete Uno Sport 19.03.2024, 10h00)
RSI Sport 19.03.2024, 09:40
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Il commento di Paolo Laurenti (Radiogiornale 19.03.2024, 08h00)
RSI Sport 19.03.2024, 09:42
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Legato a Sport e Musica del 18.03.2024