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Il Lugano dovrà ricostruire dalle macerie di un’annata fallimentare

Fazzini unica nota davvero lieta, troppi quelli che han reso sotto le aspettative

  • 26 marzo, 09:21
  • 26 marzo, 09:25
Lugano

Sospiro di sollievo

  • Imago
Di: Diego Medolago 

È finalmente terminato l’annus horribilis del Lugano, chiusosi con la “gioia” per la vittoria sul modesto Ajoie in un playout che senza i due gol nel finale di gara-3 poteva anche non essere il capolinea stagionale. Invece, ecco le meritate (?) vacanze per una squadra che squadra quest’anno non è quasi mai stata, sia in pista - dove Uwe Krupp (voto: 3,5) non è riuscito a salvare la barca che stava affondando dopo l’esonero di Luca Gianinazzi (voto: 3) - sia ai piani alti. La peggior stagione dei bianconeri nell’era playoff ha messo a nudo tutte le lacune di una dirigenza (voto: 2,5) che ha sbagliato ogni singola scelta a livello gestionale (vedasi protezione del proprio giovane allenatore nei momenti di burrasca e/o i casi Andersson/Schultz) ma soprattutto comunicativo, con dichiarazioni al limite dell’assurdo e poche, pochissime ammissioni di colpa per una situazione giunta a un nulla dal disastro. Il nuovo GM Janick Steinmann avrà di che lavorare, per provare a rimettere insieme i pezzi di un campionato da dimenticare sul piano sportivo ma da tenere bene a mente per il futuro. Onde evitare di commettere una volta di più gli stessi errori.

Adam Huska 4+: arrivato a stagione in corso dopo l’infortunio di Van Pottelberghe, il portiere slovacco è stato presto accantonato da Gianinazzi prima di venir rispolverato da Krupp per il finale di campionato. Andato in crescendo, nei playout è stato uno dei fattori che ha permesso al Lugano di risalire la china.

Niklas Schlegel 3,5: calato e parecchio rispetto allo scorso anno, anche se la squadra non l’ha aiutato. Spremuto per buona parte della stagione, è arrivato fuori forma nel momento clou perdendo il posto da titolare.

Joren van Pottelberghe SV: cinque partite, alcune buone prestazioni e poi l’infortunio che gli ha fatto perdere praticamente tutto il campionato. Da rivalutare il prossimo anno, anche se qualche cosa buona si è intravista.

Justin Schultz SV: arrivato per gestire una retroguardia allo sbando, non ha mai dato l’impressione di essere giunto alla Cornèr Arena con la giusta testa. E infatti dopo poche partite ha deciso di ritirarsi.

Santeri Alatalo 3: spesso croce e delizia, quest’anno la prima ha prevalso sulla seconda. Poche le partite in cui ha fatto davvero vedere la sua classe, tanti invece gli errori. Eloquente il -23 (secondo peggior +/- della lega!) con cui ha chiuso la regular season.

Mirco Müller 3,5: costretto ai box da un infortunio a fine novembre, da quando è rientrato ha perso quella solidità e cattiveria agonistica che lo contraddistingueva. Anche lui finito nel vortice negativo della squadra.

David Aebischer 3,5: doveva essere il faro offensivo della difesa bianconera, si è dimostrato essere ancora acerbo. Tanti errori in retrovia, poco propositivo in attacco dove ha pure perso il posto come blueliner in powerplay. Che la crescita mostrata nel finale di stagione possa essere di buon auspicio.

Samuel Guerra 4-: per diversi mesi funge da settimo difensore, trovando poi un posto fisso nelle rotazioni. Pur senza eccellere, fa il suo.

Jesper Peltonen 4,5: meno brillante rispetto alla scorsa stagione, si conferma comunque come una delle sicurezze della difesa. Solido dietro, ha iniziato a spingersi con più frequenza anche in attacco diventando il difensore più prolifico della squadra con 6 reti, tra cui quella che ha regalato la salvezza al Lugano.

Calle Dahlström 3: l’ennesimo difensore straniero toppato. Il +13 con cui chiude l’annata è l’unica nota positiva per un giocatore rivelatosi spesso inadeguato. Passaggi sbagliati, errori grossolani, posizionamenti errati: una compilation horror durata un’intera stagione. Ha ancora un anno di contratto, la sua permanenza però è tutt’altro che certa.

Valtteri Pulli 3,5: chiamato per aiutare una difesa disastrata, svolge il compitino senza infamia né lode. Ma da uno straniero ci si aspetterebbe qualcosa di più.

Daniel Carr 3,5: parte forte, poi si intristisce anche a causa di uno stile di gioco che non lo favorisce. Chiude l’annata (e la sua avventura in bianconero?) come secondo miglior marcatore della squadra, ma con la testa sembra essere già altrove.

Marco Müller 3: un po’ per gli infortuni, un po’ perché ci ha messo del suo, a Lugano non si è mai visto completamente il suo talento. L’anno prossimo vestirà la maglia del Berna, non verrà rimpianto.

Marco Zanetti 3,5: la voglia non manca, ma a 23 anni si aspetta ancora il definitivo salto di qualità da parte dell’attaccante italiano. Non sempre riesce a sopperire al suo fisico esile con la velocità, anche per questo è spesso stato messo ai margini del line-up.

Aleksi Peltonen 4-: gioca poco, ma quando entra dimostra di poter dare il suo contributo. Accantonato da Krupp nel finale di stagione.

Matthew Verboon 4,5: il classe 2000 ha fatto un passo in più rispetto alla scorsa stagione, sfiorando la doppia cifra nelle reti segnate pur giocando in una linea con compiti prettamente difensivi. Usato sia all’ala che al centro ha dimostrato che su di lui si può contare.

Lorenzo Canonica 4,5: alla prima stagione completa in bianconero ha destato una buona impressione soprattutto per voglia e spirito di sacrificio. Manca ancora qualcosa in fase realizzativa, dove potrebbe fare di più, ma è da quelli come lui che il Lugano deve ripartire.

Luca Fazzini 5,5: l’unico faro nella nebbia della stagione bianconera. Il “Fazz” ci ha provato in ogni modo a trascinare il Lugano fuori dal fango, sia con i gol segnati (22 in regular season, record personale, e 4 nei playout) sia con l’attitudine e il pattinaggio. Se i compagni avessero avuto metà della sua voglia, il campionato dei sottocenerini sarebbe stato molto diverso.

Cole Cormier 3: in due anni con la casacca bianconera non è mai riuscito a imporsi stabilmente nel line-up né a fare quel passo in avanti auspicato. Per questo il rinnovo biennale ha fatto alzare più di un sopracciglio.

Giovanni Morini 4,5: la notizia più bella è il suo rientro a pieno regime dopo il terribile infortunio dello scorso anno. Sempre generosissimo, il suo apporto cresce nei playout fino al vitale gol-vittoria in gara-3.

Mark Arcobello 5-: arriva a fine campionato col fiato corto, ma per lunghi tratti è stato lo straniero più performante della squadra. A 36 anni lo statunitense ha dimostrato di essere ancora decisivo, da capire se resterà oppure no.

Jiri Sekac 4: la media tra il 3 della prima parte di stagione, il 5 di fine regular season e il 4 dei playout. A lui la voglia e la dedizione non sono mai mancate, anche se spesso si intestardisce in giocate personali. Ci si aspettava qualcosa in più a livello di rendimento.

Stéphane Patry 3,5: anche lui come Cormier ha ottenuto un rinnovo non in linea con le prestazioni fornite. Il talento c’è, ma resta fumoso nelle giocate e quando la partita sale di tono - soprattutto fisico - tende a sparire. Avrà un’ultima occasione per farsi vedere.

Michael Joly 4: trascinatore a inizio stagione, si infortuna e quando rientra Krupp non lo vede. Chiude l’annata mestamente in tribuna come straniero in sovrannumero, giocatore da recuperare assolutamente in vista del prossimo anno.

Radim Zohorna 3,5: si è completamente perso nella confusione generale della squadra dopo un preseason che aveva fatto ben sperare. A tratti ectoplasmatico, ha avuto quantomeno il merito di firmare (pur aiutato dai difensori dell’Ajoie) gli importantissimi gol di gara-3 e gara-4.

Calvin Thürkauf 4: era difficile ripetere la stagione incredibile dello scorso anno per il capitano bianconero, e anche a causa di un infortunio che l’ha fermato per diverso tempo il suo rendimento è drasticamente calato. In ogni caso lui la faccia ce l’ha sempre messa, provando a spronare uno spogliatoio - e una società - che però non l’ha seguito.

Dominic Nyffeler, Roberts Cjunskis, Leandro Hausheer, Nick Meile, Liekit Reichle: SV

Legato a Rete Uno Sport del 26.03.2025, 07h15

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