Non è certo così, con il terzo passo falso in quattro sfide contro il Rapperswil, che l’Ambrì doveva e voleva lanciare la volatona di fine regular season. In un momento in cui i punti contano decisamente di più rispetto alle prestazioni, poco importa dei due tempi quasi interamente dominati: a fare testo è il 3-1 della Gottardo Arena, dove la Dea Bendata - va comunque ammesso - ha deciso di voltare la faccia ai leventinesi. Quattro pali in una serata, infatti, non si vedono tutti i giorni. Ora bisognerà riprendere a correre il più presto possibile, poiché il Langnau non ha alcuna intenzione di alzare bandiera bianca: lo testimonia il successo all’overtime sull’Ajoie, sinonimo di aggancio al decimo posto.
Da lassù, il mitico Tino Celio - cui è stato tributato un commovente minuto di silenzio prima dell’inizio delle ostilità - si sarebbe probabilmente atteso un avvio più impetuoso, vista l’importanza della posta in palio. E invece i padroni di casa, presentatisi sul ghiaccio proprio come aveva lasciato intuire l’allenamento della vigilia (recuperati Pezzullo e Kostner, out Eggenberger, in sovrannumero), hanno offerto troppo poco per meritarsi il vantaggio. Un’occasione (anzi, occasionissima) c’è invero stata, ma Landry non ha dimostrato lo stesso fiuto del padre a tu per tu con Nyffeler. Dall’altra parte, per contro, nulla da ridire sull’impeccabile esecuzione dell’ex Cajka, che al 12’50” ha rotto lo stallo con un gran polsino in diagonale.
L’invocato cambio di marcia si è però manifestato nella seconda frazione, tanto che ancor prima del 30’ - nel tentativo di frenare l’asfissiante pressione avversaria, sfociata nel palo di Kneubuehler - coach Hedlund si è visto costretto a richiamare all’ordine i suoi, giocandosi il bonus time out. Con scarso successo, diremmo, perché la musica non è per nulla cambiata: Ambrì sempre padrone del gioco e nuovamente fermato dal palo (stavolta colpito da Virtanen), Rapperswil chiuso a riccio e pronto a colpire in ripartenza, come in occasione del 2-0 annullato dal coach’s challenge. Il copione, di fatto, è rimasto questo anche nell’ultimo terzo, dove la malasorte ha inflitto ai locali un’ulteriore mazzata morale, il doppio ferro su conclusione di Lilja al primo (!) powerplay assoluto. Giù il sipario? Macché. Gli ultimissimi minuti hanno riassunto perfettamente quella che è stata la serata biancoblù, forse davvero (e semplicemente) maledetta: prima l’invenzione di Spacek valsa l’agognato pari (57’23”), poi la doccia gelata firmata Djuse (57’53”) e lo squillo finale di Zangger, a porta vuota. Una cosa è certa, domani a Berna non mancherà la sete di rivalsa.
NL, l’intervista a Dario Bürgler (16.02.2024)
RSI Sport 16.02.2024, 22:35
NL, l’intervista a Rocco Pezzullo (16.02.2024)
RSI Sport 16.02.2024, 22:31
Legato a Sport e Musica 16.02.2024