Quattro vittorie di fila da una parte, quattro sconfitte consecutive dall’altra. Se i rispettivi ruolini di marcia suggerivano un incontro a senso unico, Ambrì e Friborgo hanno invece scritto una trama del tutto indecifrabile. Dal 3-0 burgundo al pari biancoblù, sino al definitivo, sgradito 4-3 che ha lasciato gli uomini di Cereda con tanto amaro in bocca. Esatto, perché l’occasione per agganciare lo Zurigo lassù davanti a tutte era di quelle ghiottissime. E perché, dopo i fasti del derby, era lecito aspettarsi tutt’altro approccio: che sia semplicemente colpa della stanchezza derivante dal terzo impegno in quattro giorni?
La consueta alternanza tra i portieri si è riproposta anche alla BCF Arena: dentro Juvonen e fuori Lilja, rimpiazzato da Douay al fianco di Maillet e Bürgler. Ma difficilmente il numero 30 si attendeva un’entrata in materia così laboriosa... Nel primo tempo, infatti, la voglia di rivalsa friborghese ha letteralmente travolto gli ospiti, a lungo rintanati nel proprio terzo e incapaci di costruire azioni degne di nota. Uno dopo l’altro, a cadenza regolare, ecco così gli impietosi squilli dei locali, a firma Wallmark (in cinque contro quattro, quando il computo dei tiri recitava 9-0), Dorthe (al primo centro assoluto in NL) e Marchon, libero di involarsi a tu per tu col finnico - dulcis in fundo - in situazione d’inferiorità numerica.
Sin lì davvero irriconoscibili, i leventinesi hanno allora deciso di ripristinare il tanto caro powerplay della scorsa stagione - già pungente ieri sera - per rifarsi sotto. Con la premiata ditta Heed-Bürgler, per la precisione: due reti in fotocopia dell’esperto 36enne (la prima in cinque contro tre) sono suonate come un richiamo alla riscossa, insinuando il tarlo del dubbio in una squadra sempre e comunque priva di certezze. Ad immagine di Berra, non certo esente da colpe sul gol - stavolta siglato da Heim - che ha incredibilmente rimesso tutto in parità ancor prima della seconda sirena. È così che si è approdati a un terzo periodo da “tutto è possibile”, visto quanto ammirato precedentemente: qui, a carte rimescolate, Grassi e soci non hanno però approfittato del classico momentum. Anzi, col passare dei minuti i padroni di casa sono riusciti a riprendere fiducia, fino all’episodio che, nella sostanza, ha deciso una serata decisamente carica di emozioni: il sigillo di Sprunger, in realtà... autogol-beffa di Curran.
A tutto Hockey
A tutto Hockey 12.10.2024, 23:30
NL, l’intervista a Luca Cereda (12.10.2024)
RSI Sport 12.10.2024, 22:49
NL, l’intervista a Dario Bürgler (12.10.2024)
RSI Sport 12.10.2024, 22:42
Legato a Sport e Musica 12.10.2024