HOCKEY - IL COMMENTO

L’Ambrì spezza l’equilibrio con la maturità e la forza del collettivo

Nel rispettoso ricordo di Geo Mantegazza, il Lugano perde il filo nel finale

  • Ieri, 08:00
  • Ieri, 11:51
derby

Grande lotta e grande intensità

  • Ti-Press
Di: Federico Fiorito 

Se l’Ambrì ha vinto il derby - e un successo da tre punti contro il Lugano mancava dal 10 gennaio del 2023 - lo ha fatto soprattutto grazie alla forza del collettivo. Sull’arco dei 60’ ha mostrato grande maturità e, benché per lunghi tratti la partita abbia dato l’impressione di poter andare da una parte o dall’altra, alla fine ha meritato il successo per aver saputo gestire meglio i momenti chiave, che in sfide così equilibrate spesso ne decidono le sorti. Al Lugano, che certamente voleva onorare al meglio la memoria di Geo Mantegazza, sono mancate forza e lucidità soprattutto nel finale. I bianconeri hanno inoltre confermato una tendenza che li accompagna in questo inizio di stagione: quella di tirare parecchio (40 a 27 il computo a fine match) ma troppo spesso da posizione defilata. Di seguito tre spunti dalla sfida della Gottardo Arena.

Highlight: è il 45’52”. Pestoni segna il liberatorio gol del 2-1 in una partita che scivola via sull’onda di un sostanziale equilibrio. Per la seconda volta in serata è il powerplay a portare in vantaggio l’Ambrì e sappiamo quanto i biancoblù facciano fatica con l’uomo in più in questo avvio di stagione. Passano pochi secondi e viene chiamato il coach’s challenge per un sospetto fuorigioco. Dagli spalti della Gottardo Arena parte una gragnola di fischi che accompagna la video review dei due linesman, alle prese con immagini difficili da decifrare. Trascorrono alcuni interminabili minuti, la decisione è presa: no goal. Il rumore diventa assordante, le emozioni e la tensione sono palpabili. È difficile riprendere le fila del discorso in questa atmosfera, eppure pochi giri di orologio più tardi arriverà il decisivo punto di De Luca a riprova della maturità che la squadra sta mostrando da un mese a questa parte. Le fila invece le perderà il Lugano quando gli verrà negato il punto 2-2 in una situazione analoga. Da lì l’onda si sposterà sempre più in favore dei leventinesi. E poco male se Bürgler e Pestoni, a porta vuota, evidenzieranno ancora l’incapacità di mettere il punto esclamativo sulle partite, anche se questo aspetto andrà per forza corretto per il prosieguo del campionato.

Top scorer: da una parte spicca Fazzini e non solo in quanto evidenziato di giallo dalle insegne di, appunto, top scorer. Saranno i galloni di capitano, o sarà forse perché più degli altri tiene a onorare la memoria di Geo Mantegazza, fatto sta che il 29enne ci mette sempre grande intensità e grande dinamismo con tanto lavoro sporco alle assi. È inoltre il bianconero che ci prova di più con 6 tiri in porta, 2 bloccati e un palo clamoroso a tu per tu con Senn al 5’ del secondo tempo. Dall’altra parte grande merito va dato alla forza di un collettivo che, con i tre stranieri dietro, diventa squadra arcigna, difficile da superare e sempre abile in ripartenza. Come spesso accade la fortuna in attacco deriva anche dalla buona uscita dal terzo difensivo. Sarà dura per l’Ambrì decidere cosa fare con Curran fra poco meno di un mese, quando bisognerà valutare se far valere o meno l’opzione sino a fine stagione.

Time out: al derby ci si arriva all’indomani della notizia della dipartita del Presidentissimo bianconero. E il clima nelle battute precedenti l’ingaggio di inizio è di assoluto rispetto per una figura che ha contribuito, oltre ad alzare il livello del campionato svizzero con l’affermazione del professionismo, anche a rendere il derby ticinese una sfida che smuove gli animi di tutti gli appassionati del Cantone. Fuori dallo spicchio riservato ai tifosi del Lugano, alcuni spettatori di fede leventinese aiutano ad esporre lo striscione con la scritta “Ciao Geo” sul plexiglas che isola il settore dal resto della pista; quando viene annunciato il minuto di silenzio la Gottardo Arena si ammutolisce in un istante, suscitando quell’effetto straniante che solo una folla che compie lo stesso gesto all’unisono può generare. Poi tutto riparte secondo i canonici standard... e solo la fascia verde che Fazzini e compagni indossano al braccio sinistro, che ogni tanto noti nel turbinio di una sfida intensa ed avvincente, ti ricorda che quello non è un derby come tutti gli altri.

18:17

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A tutto Hockey 11.10.2024, 23:00

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Il commento di Omar Meshale (Rete Uno Sport 12.10.2024, 09h00)

RSI Sport 12.10.2024, 08:43

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