Una dinamica che oggi, forse, ci ha salvato

Highlight: chissà come sarebbe finita se la penalità minore inflitta a Glauser fosse stata di partita. Fin lì in controllo, la Svizzera cede nel giro di 4” al migliore powerplay del torneo. Il fulmineo 2-1 di Kahun cambia le cose, perlomeno per la seconda parte del periodo centrale. Ecco, a quel punto, se ci fossero stati ancora 4’56” da giocare in box play, l’incontro avrebbe preso probabilmente una piega diversa. Così non è stato, ma Glauser non è stato graziato. Perché se è vero che il punto d’impatto con Peterka è il ginocchio, è altrettanto vero che la sua intenzione è quella di arrivare primo sul disco. La dinamica che aveva punito Fiala col Canada, oggi ci ha salvato. Forse.

Top player: non sempre ha convinto appieno, ma se resta l’unico terzetto intoccabile per Fischer allora un motivo ci sarà. Stiamo parlando della nostra terza linea, quella interamente composta da giocatori dello Zugo. Per una volta gli NHLers non fanno la differenza, e allora ci pensano Simion, Senteler e Herzog a tracciare la strada da seguire. Segnare non è e non sarà il loro compito, ma il cambio a circa 10’ dall’ultima sirena che tiene lontana la Germania e mette (un po’ più) al sicuro la Svizzera, è da vedere e rivedere. Bertschy - il migliore sul piano individuale, non solo per la doppietta - ci scuserà.

Time out: in un Mondiale che sarà da record si fa festa anche ad Ostrava, illustrando sul tabellone il crescente numero di spettatori rispetto all’edizione del 2015. Un successo, insomma. Peccato che Ostrava e la Ostravar Arena non abbiano proprio nulla da spartire con Praga e la O2 Arena, come testimonia l’ambiente dismesso in una pista in cui si presentano sole 6’583 persone. Terminare qui il nostro percorso sarebbe stato decisamente triste. E allora torniamo a Praga, con la consapevolezza di poterci prendere una medaglia di fronte a 17’000 persone. Sperando sia...