dall'inviato a PyeongChang Marcello Ierace
Fin dove può arrivare la forza di volontà? Quanto si può guardare avanti, senza avere gli incubi di ciò che è stato prima? Sono domande alle quale Oksana Masters, probabilmente, non ha mai risposto. Perché sono domande che lei, probabilmente, non si è mai nemmeno posta. Quello che bisognava fare, lo ha fatto, e basta. "Non so onestamente quali siano i veri limiti - ci racconta la stessa atleta americana, uno dei simboli assoluti dello sport paralimpico - Credo che le uniche reali barriere che ci poniamo siano esclusivamente nella nostra testa. Non è facile, certamente, ma non credo esistano veri e propri limiti".
"Se una cosa vuoi farla, la devi fare e basta"
Oksana Masters
Nata nel 1989 a pochi chilometri da Chernobyl, Oksana Masters di quell’immane tragedia porta gli evidenti segni addosso. L’esposizione alle radiazioni, quelle che a noi non facevano mangiare l’insalata, a lei hanno tolto due gambe e creato parecchi altri problemi. Abbandonata dai genitori naturali, è poi stata adottata quando aveva sette anni da una donna statunitense, Gay Masters. Amore che Oksana ha trasformato in un'esplosione di vitalità ed energia. "Sì in un certo senso penso di essere un esempio, ma solo perché fin da piccola non ho mai mollato. Ho sempre cercato di raggiungere i miei obiettivi. E in questo senso, sia che tu abbia o meno una disabilità, il potere dello sport è eccezionale".
"Tutte le ragazze e tutti i ragazzi devono sapere che nessuno può in nessun caso tarpare i loro sogni"
Oksana Masters
"Qui sto vivendo certamente uno dei momenti più belli della mia vita - spiega - Mi sento molto fortunata e sono estremamente orgogliosa di poter indossare i colori degli Stati Uniti. Quali sono i momenti più difficili? Certamente quando devo alzarmi alle cinque e mezza di mattina per fare allenamento. Bisogna capire su cosa ci si vuole centrare nella propria vita, se sulle cose buone o quelle meno buone. Io ho scelto di focalizzarmi sulle cose buone". Da Londra 2012 ad oggi Oksana Masters ha partecipato a quattro Olimpiadi in ben quattro discipline diverse: canottaggio, ciclismo, fondo e biathlon, mettendosi al collo anche tre medaglie. E un argento l’ha già conquistato anche qui in Corea, con il secondo posto colto nella 6km di biathlon subito alla prima gara di sabato.
"Sono concentrata sul fondo in questo momento. È sicuramente la mia disciplina preferita. Il canottaggio è stato ottimo per iniziare a competere ed è stato in un certo senso il mio primo amore. Ma poi ho scoperto il fondo, la neve e ho capito che questa davvero era la mia strada". Una strada che la 28enne ucraina trapiantata a Louisville nel Kentucky affronterà sempre con quella stessa determinazione che l’ha condotta fin qui. A prescindere da ciò che il destino potrà mai riservarle. Perché se una cosa va fatta, va fatta.
Legato al Telegiornale del 12.03.2018, 20h00
Paralimpiadi 2018, il servizio con Oksana Masters (11.03.2018)
RSI Sport 12.03.2018, 09:12