Il Belgio non dovrebbe avere problemi a dominare il Gruppo E, completato dalle tre formazioni dell’Est che rispondono al nome di Romania, Slovacchia e Ucraina che hanno un potenziale ben inferiore ai Diavoli Rossi. Rumeni e slovacchi punteranno molto sulla difesa, mentre gli ucraini sembrano avere più talento.
Belgio, l’unico problema è il portiere
Come la Svizzera, anche i belgi proveranno a sfruttare (un’ultima volta?) la loro generazione d’oro che sta arrivando a fine ciclo. Il Belgio ha utilizzato al meglio questi giocatori solo una volta, chiudendo terzo ai Mondiali 2018. L’unico grande evento, dei 21 ai quali ha preso parte, nel quale i Diavoli Rossi sono riusciti a superare i quarti di finale (da quando ci sono). Nessuna Nazionale del Vecchio Continente ha disputato così tante fasi finali senza vincere nulla (oltre ai CM in Russia sono saliti sul podio anche ai CE del 1972 e 1980). Le qualificazioni, come da recente bella abitudine, non hanno posto problemi a De Bruyne e compagni, che non hanno mai perso sulla strada verso Euro 2024 (e che negli ultimi 9 anni di qualificazioni non sono mai usciti battuti dal campo, per un bilancio di 35 vittorie e 5 pareggi!). Anche questa volta i crucci arrivano dalle tensioni interne, questa volta scatenate dal diverbio tra il selezionatore Tedesco, che non ha ancora perso da quando è arrivato nel febbraio 2023, e Courtois, al quale aveva rifiutato di dare la fascia di capitano per la sua 100a partita in Nazionale. Il portiere dal quel momento ha chiuso le porte alla sua selezione, e lasciato spazio a Casteels (Wolfsburg), che non ha mai dato grandi certezze. Il potenziale dei giocatori di movimento dovrebbe comunque ampiamente bastare per superare tre squadre mai incontrate in una fase finale di Mondiali o Europei, e riscattare l’uscita nei gironi dei Mondiali 2022 con una sola rete realizzata.
Romania con una difesa solida
I rumeni sono presenti per la prima volta dopo il 2016 a un grande evento, e ci sono riusciti vincendo il girone delle qualificazioni che comprendeva la Svizzera, battendo nell’ultimo, ininfluente confronto, proprio gli elvetici. La gloriosa epoca di Gheorghe Hagi è ormai un lontano ricordo (quarti di finale ai Mondiali 1994 e a Euro 2000), e suo figlio Ianis non sembra in grado di dare nuovo lustro alla Romania. Il bilancio alla rassegna continentale è deficitario, con un solo successo in 16 partite, percentuale di vittorie più bassa tra chi vi ha partecipato più di una volta. Otto anni fa, con Anghel Iordanescu in panchina, i rumeni uscirono mestamente dopo la fase a gironi (unico punto contro i rossocrociati), ma questa volta con il figlio Edward al timone possono nutrire ambizioni di partecipare alle sfide ad eliminazione diretta, visto il gruppo abbordabile. Il 45enne punterà tutto sulla difesa, che nelle qualificazioni ha incassato solo 5 reti.
Slovacchia punta sulla disciplina
Per la terza volta consecutiva gli slovacchi parteciperanno alla fase finale di un Europeo, dove sono arrivati assicurandosi già alla penultima giornata il biglietto per la Germania nel gruppo vinto dal Portogallo. La Slovacchia vanta pure una partecipazione al Mondiale 2010 nella sua giovane storia. Solo tre anni fa non era riuscita a superare la fase a gironi di un grande evento (nonostante la vittoria iniziale sulla Polonia), dove non è comunque mai andata oltre gli ottavi. L’italiano Calzona ha impostato una squadra poco spettacolare ma solida e disciplinata, in cui manca però un attaccante di peso che possa assicurare di migliorare la media di 4 partite su 7 agli Europei senza reti realizzate. Ma anche per la Slovacchia in questo gruppo tutto è possibile.
Ucraina spinta dal patriottismo
Per nessuna altra squadra la missione europea sarà altrettanto patriottica che per l’Ucraina, visto la guerra in corso. Gli ucraini, tenuti dietro dall’Italia nella volata per il secondo posto alle spalle dell’Inghilterra, sono passati dai playoff per staccare il biglietto per Euro 2024. I gialloblu, e la 34enne leggenda Yarmolenko, sono per la quarta volta consecutiva a una rassegna continentale (dove finora non hanno mai pareggiato, con tre vittorie, tutte per 2-1, in 11 incontri), e dopo due eliminazioni nei gironi tre anni fa sono giunti fino ai quarti sotto la guida di Shevchenko. Questa volta toccherà al suo ex compagno d’attacco Rebrov tentare di fare altrettanto bene, facendo affidamento sulle star Zinchenko (Arsenal) e Mudryk (Chelsea) e sull’attaccante Dovbyk, protagonista della grande stagione del Girona e capocannoniere della Liga (24 reti). Il girone permette loro di puntare agli ottavi partendo sulla carta un po’ più avanti delle due rivali dirette.
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