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Giorgio Orelli legge e commenta il XIII canto del Purgatorio. Dante e Virgilio giungono alla seconda cornice, dove all'inizio non sembra esserci segno di anime penitenti. Solo in seguito i due poeti sentono volare vicini spiriti invisibili che gridano frasi improntate a esempi di carità: essere servono da rimprovero all'invidia, il peccato che viene espiato in questa cornice. Contro la parete della montagna ci sono i penitenti: i loro occhi sono cuciti da fiò di ferro ed essi sono rivestiti di una cappa del colore della roccia. Il canto si conclude in tono polemico verso i senesi.
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