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Operazione speciale Grande Guerra Rete Due

Rete Due, dal 23 al 27 giugno 2014

  • 18 giugno 2014, 13:35
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  • Keystone

Dal 23 al 29 giugno RETE DUE dedica alla Prima Guerra Mondiale una serie di trasmissioni declinando sul tema i consueti spazi di Laser, Geronimo Storia, Reteduecinque, Blu come un’arancia, MobyDick e Domenica in scena ai quali vanno aggiunti i contributi televisivi: giovedì 26 il Filo della storia (LA 1 22.30) con il documentario “La Prima Guerra Mondiale: Da Sarajevo alla Marna”, sabato 28 la messa in onda (LA2 21.00) del Memorial Concert in Sarajevo.

Il 28 giugno del 1914 l’attentato di Sarajevo diede il via ad un periodo bellico che sembrava destinato a durare poco ma che si protrasse per più di 4 anni passando alla storia come il più disumano e feroce segnando una svolta per l’intera umanità. In Laser i reportage realizzati dai giornalisti dell’approfondimento culturale Brigitte Schwarz, Orazio Martinetti, Sabrina Faller e Sonia Riva affronteranno la tematica coinvolgendo le memorie di confine, l’irredentismo, la spaccatura del mondo intellettuale, gli accadimenti in Ticino e le trincee lungo l’Isonzo. Geronimo storia si contrerà il 23 sulla Svizzera e la guerra con Brigitte Schwarz, mentre Reteduecinque declinerà il tema con una serie di riflessioni musicali alle 15.00 dal titolo Lily Marlene e le altre “Canzoni di guerra”: inni patriottici, melodie languide, motivetti brillanti e canti di regime, cantati e narrati dal musicologo Daniele Nuovo e dalla cantautrice Patrizia Laquidara. In Blu come un’arancia proseguono le puntate di Anna Pianezzola sulla nascita dei grandi movimenti artistici e sugli artisti che segnarono l’epoca. Sabato spazio a Moby Dick con Roberto Antonini e Alessandro Bertellotti, un dibattito sul secolo delle grandi guerre in diretta da Sarajevo: la polveriera balcanica. La settimana si chiude su Rete Due con la messa in onda, domenica alle 17.05, della versione radiofonica di E Johnny prese il fucile di Dalton Trumbo con l’adattamento e la regia di Sergio Ferrentino. Protagonista un soldato delle trincee, ridotto in brandelli da una mina. Un dolorosissimo monologo portato dalla voce di Sax Nicosia alla quale si affianca la tecnica “olofonica” che rende quasi obbligatorio l’uso delle cuffie. Il radiodramma è trasmesso in streaming all’indirizzo www.rsi.ch/eventi.

Sarajevo, l’apocalisse della modernità e frantumazione dell’Europa

“Eravamo dei cittadini laboriosi, siamo diventati degli assassini, dei macellai, dei ladri, degli incendiari”, scriveva Robert Musil all’indomani della Grande Guerra. Diversi scrittori e artisti ricorsero all’immagine biblica dei cavalieri dell’Apocalisse per illustrare quel “più disumano tradimento di Dio” a cui si riferiva il grande critico austriaco Karl Kraus. I due colpi di pistola esplosi a Sarajevo dall’ultranazionalista serbo Gavrilo Princip il 28 giungo di 100 anni fa, misero fine alla vita dell’erede al trono imperiale Francesco Ferdinando e fecero calare sul continente una lunga ombra di terrore senza precedenti. La guerra tra le forze dell’intesa e gli imperi centrali segnò una svolta per l’intera umanità. Mai prima d’ora un conflitto aveva prodotto tante vittime: 10 milioni di morti, 20 milioni di feriti, storpi, amputati. Fu l’impiego massiccio di macchine, camion, treni, aerei, Zeppelin, carri armati coi cingoli, gas tossici a fare di quel conflitto la prima guerra tecnologica. Dalla polveriera balcanica ( la regione aveva già vissuto negli anni precedenti 2 guerre) il conflitto si propagò con inaspettata rapidità e segnò una tragedia epocale. Sfociò in effetti nella scomparsa dei 3 imperi, quello zarista, quello ottomano e quello austro-ungarico e la nascita di numerosi Stati, dalla Finlandia, alla Lituania, dalla Cecoslovacchia alla Repubblica Austriaca. Ma sulle ceneri di quella carneficina si innescò soprattutto, spinta dal revanscismo , quell’inarrestabile dinamica che portò ai totalitarismi fascista, nazista, stalinista e alla Seconda Guerra Mondiale. Il secolo, apertosi con l’esposizione universale parigina del 1900 all’insegna dell’ottimismo e della fiducia, sprofonda nell’abisso. La cultura subisce devastanti conseguenze, anche perché molti intellettuali e artisti (da Thomas Mann a Majakovskij)avevano baldanzosamente considerato la guerra come un mezzo rigenerare la civiltà e creare “l’uomo nuovo”. Lo svizzero Blaise Cendrars scrive nel 1918 la sceneggiatura di “Il film della fine del mondo” in cui Dio scatena una guerra cosmica per annientare l’essere umano. Nel suo “Il secolo breve” lo storico Eric Hobsbawm aveva racchiuso il centesimo secolo in due date cardine, il 1914 e il 1991 (il crollo del sistema comunista in Europa) considerate come i momenti decisivi di un’intera epoca. Quel secolo in realtà si conclude con un’’altra guerra europea che pose fine all’esistenza della Jugoslavia. Di nuovo i Balcani e di nuovo Sarajevo : la storia si chiude da dove era iniziata. La nostra settimana speciale consacrata alla Grande Guerra , che prevede Lase quotidiani , Blu come un’arancia, Geronimo, si concluderà proprio lì, nella capitale della Bosnia, con un’edizione speciale di Moby Dick che avrà tra gli ospiti uno dei massimi storici della Grande Guerra, Emilio Gentile, e Zlatko Dizdarevic che 20 anni fa sotto l’assedio e i bombardamenti serbi, decise di non far spegnere la voce del suo giornale Oslobodjenje. Che significa liberazione.

Giardino di Albert 21 giugno

Geronimo storia 16-30 giugno si occupa dell’aspetto storiografico con 3 puntate

Laser con alcuni reportage dal 23 al 27 giugno

Moby Dick 28 giugno con un dibattito sul secolo delle grandi guerre in diretta da Sarajevo

Blu come un’arancia dal 16 giugno al 27 giugno

Laser 1 luglio

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