“Mi definisco un iperattivo-produttivo e ogni volta che mi scatta la scintilla per una nuova passione io la seguo fino in fondo. Ogni mio nuovo interesse è iniziato come hobby da autodidatta per poi diventare un lavoro vero proprio, ecco perché mi ritrovo a fare 5/6 lavori diversi”, ha detto il 45enne di Lugano ai microfoni della RSI.
Fin da piccolo, Yari ha iniziato ad andare in skate e anche se, a detta sua, non era un talento è comunque riuscito a trovare degli sponsor e a lavorare con diversi negozi di skateboard del luganese. Così, una volta finita la scuola dell’obbligo, a soli 19 anni, Yari ha aperto il Joker Shop, un negozio di skateboard in via Trevano che è durato ben 15 anni. “Sono molto creativo e alla fine forse, il mio unico vero talento sono le idee,” ha detto il ticinese dalle tante passioni. Proprio una di queste idee, lo ha portato a metà degli anni ‘90, a disegnare il logo della crew di skater luganesi di cui faceva parte, i Warriors, che da quel momento in poi iniziò a fare video e a stringere contatti con persone di tutta Europa finché nel 2008 la crew si è trasformata in un vero e proprio marchio.
I Warriors hanno creato anche lo skatepark a Lugano e aperto la strada ai nuovi talenti locali, come Martino Cattaneo, che vanta sponsor europei e internazionali ed è apparso sui giornali più importanti al mondo.
La carriera musicale e la sua musa Kaya Blue
Oltre allo skate, Yari ha sempre avuto anche una passione per la musica. “È incredibile come la musica ti prende l’anima, il corpo, come ti può aiutare nella vita. Anche lì, non sono un talento, né ho studiato musica, ma mi sono sempre arrangiato e ho sempre avuto tante band proprio per sfogare questa mia creatività,” ha detto l’artista, che fin da piccolo ha iniziato a fare anche musica.
Prima dedicandosi all Hip Hop, perché era facile da fare a casa, senza dover suonare degli strumenti e disturbare il vicinato e poi iniziando a suonare in varie band cult con cui ha anche fatto degli album, come i Protoval o Those Furious Flames. La sua band attuale si chiama Golden Vultures: un gruppo rock, blues & soul formatosi in Ticino nel 2021. La band ha scritto e registrato il singolo di debutto Crawling presso i leggendari studi Officine Meccaniche di Milano.
Il mix è stato affidato al vincitore del Grammy Award, Tommaso Colliva (Muse, Calibro 35) e il risultato è una canzone rock bluesy e soulful con suoni giganteschi e pieni di amore. Il terzo singolo è appena uscito ed è ispirato dalla nascita della figlia dell’artista multi potenziale, Kaya Blue. “In linea più larga la canzone è dedicata alla libertà, ma anche alla paternità, alla nascita di una nuova vita. Ma in senso più stretto, Unchain My Soul è dedicata alla nascita delle donne e al loro futuro, perché io credo che le donne potranno salvare e migliorare questo mondo,” dice Yari.
Una nuova passione: la fotografia
Di recente il neo-papà si è dato anche alla fotografia, più precisamente all’astrofotografia e alla fotografia dei fulmini. Sempre da autodidatta e con l’aiuto del suo smartphone ha iniziato a “prenderci l’occhio” e ad andare letteralmente a “caccia di fulmini”.
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Tutto è iniziato con foto della natura e dei suoi viaggi fino ad arrivare a catturare la via lattea e i vari pianeti con la sua nuova Fuji X-T3 durante le escursioni notturne in montagna. “Poi un giorno, mentre facevo delle foto serali, per caso mi è entrato un fulmine e quella è stata una delle emozioni più forti mai provate”, ha detto il fotografo entusiasta.
Secondo lui, la differenza tra il fotografare un fulmine e qualsiasi altra cosa è il fatto che ad esempio l’astrofotografia, l’architettura, o più in generale la natura, sono sempre lì, pronte ad essere immortalate in qualsiasi momento, mentre per quanto riguarda i fulmini non è così…”I temporali e nello specifico i fulmini, vanno cacciati, bisogna capirli, danzarci, girarci intorno, anticiparli, aggirarli; non ci sarà mai un fulmine che cadrà nello stesso punto di un altro, o nello stesso modo e forma. Quindi gli scatti dei temporali sono scatti unici e rari”, ha detto Yari.
La maggior parte delle foto che scatta sono di fulmini caduti nella Svizzera italiana e nel nord Italia, essendo questi i posti europei più colpiti da questo fenomeno naturale.
Due anni fa la sua collezione di foto è addirittura diventata una mostra al Palazzo comunale di Riva San Vitale intitolata la Valle dei Fulmini.
Le foto non hanno un messaggio specifico e l’artista dice di averle scattate principalmente per se stesso, perché tra le sue tante passioni c’è anche la voglia di avventurarsi all’aperto di notte: l’astrofotografia e la caccia ai fulmini li permettono di fare proprio questo. Ovviamente sempre nel rispetto della natura e della sua forza, infatti Yari, pur non avendo paura di essere colpito da un fulmine, conosce i suoi limiti.
Per quanto riguarda esposizioni future, l’artista dalle mille risorse sta trattando un’opportunità lavorativa con un paio di alberghi rinomati e conosciuti nel luganese, che aiutano giovani artisti esponendo le loro opere semestralmente.
Un progetto a tutto tondo il suo con il sogno finale di farne anche un libro che immortali tutti i suoi scatti.
Inoltre l’artista ha svelato ai microfoni della RSI un’altra idea originale sulla quale sta lavorando, ossia un libro su come affrontare questo mondo moderno “un po’ malato”, come lo definisce lui, grazie agli antichi proverbi.
Quindi una sorta di rivisitazione degli antichi proverbi in veste moderna.
Per quanto riguarda la sua band, invece, il cantante spera di trovare finanziamenti per il 2026 per poter fare un album e a inizio anno registrerà una nuova canzone, mentre per il resto del tempo ci ha detto che “cercherà di stare tranquillo”.
“Io amo tutta la bellezza nel mondo e il fulmine è una delle reazioni più importanti che ti dona la natura: è fortissimo, è violento, è bellissimo, è particolare, è unico e quindi riuscire a catturarlo, per me è veramente una cosa fantastica”. - Yari Copt