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Uno non vale uno

Massimiliano Panarari chiarisce il mito del "primato della gente"

  • 21.02.2019, 10:50
  • 09.06.2023, 07:23
08:03

"Uno non vale uno"

RSI Cultura 15.02.2019, 17:54

Da dove ha origine l’opinione diffusa secondo la quale se la gente comune potesse esercitare pienamente il potere, tutto andrebbe meglio? Su quali fantasmi ideologici si basa la pretesa di stilare un programma di governo «votato dalla Rete» e poi continuamente riscritto in base alle esigenze manifestate a colpi di click dai «cittadini costituenti»? Attraverso l’analisi di alcune espressioni chiave che richiamano altrettanti «miti» – popolo, disintermediazione, tecnopolitica, fine delle competenze e del dominio degli specialisti, democrazia diretta – Massimiliano Panarari, nel suo libro "Uno non vale uno", chiarisce le radici del presunto «primato della gente» che sta scuotendo le fondamenta della nostra democrazia. E le collega alla storia recente: gli esordi con la Lega, l’exploit con il berlusconismo, le evoluzioni del «turbo-renzismo» e il trionfo del m5s.

Mescolando efficacemente cultura pop e analisi sociologica, Panarari fornisce spunti e sollecitazioni per affrontare in modo non scontato le grandi questioni della crisi della rappresentanza, del dissolvimento dei partiti di massa, dell’astensionismo galoppante e la paura dei ceti medi di perdere il proprio status e la riconoscibilità sociale.

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