Salute

Uva e resveratrolo: tra miti e realtà

La molecola antiossidante dai benefici miracolosi, quanto c’è di vero?

  • 17 settembre, 09:00
Acino uva

Acino uva

  • Ticinowine
Di: Chiara Jasson 

Spesso si sente parlare dei benefici miracolosi del resveratrolo, una molecola antiossidante appartenente alla famiglia dei polifenoli contenuta nell’uva rossa e, di conseguenza, nei suoi derivati tra cui il vino rosso. Abbiamo chiesto alla nutrizionista Chiara Jasson di fare chiarezza.

Il resveratrolo è uno stilbene, identificato per la prima volta nel 1939 in una pianta medicinale nota come veratum grandiflorum, diffusa in Cina e in Giappone. È presente in due forme, la più attiva e stabile è quella nota come trans-resveratrolo. Questa molecola, associata comunemente alla buccia dell’uva rossa, viene prodotta da altre diverse specie vegetali, tra cui anche il cacao, le more, i mirtilli e le arachidi.

Resveratrolo e i suoi presunti benefici

Il resveratrolo sembra avere la capacità di attivare le sirtuine, una famiglia di proteine coinvolte nel controllo del metabolismo energetico, nella riparazione del DNA, nella rigenerazione dei tessuti e nella modulazione dei processi infiammatori.

Alcuni lavori scientifici effettuati ad oggi suggeriscono che questa molecola abbia la facoltà di riprodurre effetti simili a quelli della restrizione calorica, e di esercitare effetti anti-infiammatori, neuro-protettivi e anti-ossidanti, favorendo quindi la longevità

Un agente terapeutico potenzialmente promettente, dunque, anche se ulteriori studi clinici sono necessari per confermare il suo potenziale. Molti degli studi preliminari effettuati ad oggi hanno infatti studiato gli effetti terapeutici di questa molecola su modelli animali (topi da laboratorio), non automaticamente trasferibili all’essere umano senza ulteriori approfondimenti.

Resveratrolo: via libera al vino rosso?

Impossibile trattare questo tema senza parlare del famoso “paradosso francese” nato negli anni ‘80 quando i ricercatori evidenziarono come, nonostante l’elevato consumo di carne e formaggi ricchi di grassi saturi, i francesi avessero un’incidenza di cardiopatie relativamente bassa rispetto ad altri paesi europei come la Gran Bretagna. Dato il consumo elevato di vino rosso in Francia, si suppose che fosse proprio questa bevanda ricca di resveratrolo a fornire effetti protettivi a livello cardiovascolare. Purtroppo, le evidenze che portarono a questa conclusione furono tratte da studi osservazionali ed epidemiologici di bassa rilevanza scientifica e dai quali è tutt’ora difficile chiarire un meccanismo causa-effetto. 

Inoltre, oggi sappiamo che gli effetti nocivi dell’alcol sulla salute superano di gran lunga i presunti benefici. Un consumo regolare ed eccessivo di bevande alcoliche è infatti associato a maggiori livelli di infiammazione nell’organismo, a neurodegenerazione e a maggiore rischio tumorale.

Su quali dati si basano gli studi?

Va sottolineato che i vantaggi del resveratrolo evidenziati dalla letteratura scientifica sono basati su dosi elevatissime di questo antiossidante, ovvero tra i 5-100 mg per Kg di peso corporeo per ottenere effetti positivi anche minimi, portando quindi la dose consigliata ad un grammo al giorno.

Peccato che, per raggiungere un simile dosaggio di resveratrolo, secondo uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista Advanced Nutrition (PMID: 27422505) sarebbe necessario assumere una dose variabile tra i 500 e i 2700 litri di vino rosso, o quasi 800 chili di uva rossa, 2500 chili di uva bianca o 2800 chili di cioccolato fondente...

Quindi, qual è il suggerimento?

Il resveratrolo è sicuramente un antiossidante il cui consumo è utile insieme a quello degli altri polifenoli assunti in matrice nel contesto di una sana alimentazione basata su alimenti prevalentemente vegetali e stagionali.

Consumare uva di stagione? Ottimo!
È una buona idea, invece, iniziare a bere vino per coprire il proprio fabbisogno di questa molecola? Sicuramente no. È cosa sensata assumerlo in dosi elevate come parte di un protocollo di integrazione pro-longevità? L’evidenza rimane mista e poco conclusiva in ambito umano.

Si ricorda che l’integrazione rimane la proverbiale ciliegina sulla torta e che l’impatto maggiore sulla nostra salute è determinato da una buona nutrizione, dall’esercizio fisico regolare, da un sonno rigeneratore e da un’adeguata gestione dello stress.

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Scienza - Vino e Sclerosi

La Pulce nell’Orecchio 30.03.2024, 11:30

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