A quando risale l’idea di isolare una parte della popolazione per evitare il contagio? Gli storici sono ormai certi: dobbiamo risalire al periodo che seguì la devastante peste bubbonica del 1347-1348 che uccise un terzo dell’intera popolazione europea. Le prime tracce di quella che oggi chiamiamo quarantena le troviamo a Ragusa, in Dalmazia (oggi Dubrovnik). Ragusa città marinara, centrale nel mondo mediterraneo di quell’epoca, Il 27 luglio del 1377, per far fronte a una nuova ondata della malattia infettiva, i malati vennero confinati lontano dalla città per un mese. Il periodo che fu battezzato “trentino” diventò più tardi “quarantena” a Venezia. Perché quaranta? Secondo quanto ci racconta Federico Fioravanti, giornalista, storico e ideatore del “Festival del Medioevo” di Gubbio (che quest’anno in settembre avrà quale tema proprio il Mediterraneo), quaranta sono i giorni che il fondatore della medicina scientifica Ippocrate aveva immaginato come un lasso di tempo giusto per ritrovare la salute dopo la malattia. Ma quaranta è un numero che ha soprattutto una valenza importante nella tradizione biblica: i 40 anni del popolo ebraico nel deserto prima di giungere alla terra promessa, i 40 giorni di Noè prima di uscire dall’arca dopo il diluvio universale (40 giorni e 40 notti), la Quaresima (40 giorni per preparare la Pasqua). Un “Geronimo” storia che vuole contribuire con un tuffo nel passato alla conoscenza di un tema di strettissima attualità.
L'articolo di Federico Fioravanti è disponibile sul sito del Festival del Medioevo di Gubbio.
Libri presenti nel catalogo del Sistema bibliotecario ticinese (Sbt)
Spinney, Laura. 1918, l'influenza spagnola : la pandemia che cambiò il mondo. Marsilio, 2018
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