“Avere buon gusto” ha per noi un significato traslato, metaforico, che rimanda a un’esperienza estetica visiva, in cui il gusto come senso non è tenuto in nessun conto. Del resto per molto tempo la filosofia ha tenuto in minimo conto ciò che si riferisce al cibo, cibo per la pancia s’intende, perché al “cibo per la mente” – altra metafora che eleva ciò che viene percepito come troppo basso - viene accostata la conoscenza stessa. È come se il cibo, in quanto legato al corpo e in quanto legato a un volgare piacere, non potesse essere correlato a un’esperienza propriamente estetica. Uno dei filosofi che in Italia ha maggiormente approfondito il concetto di esperienza gustativa come esperienza estetica è Nicola Perullo. A questo tema Perullo ha dedicato vari saggi: uno dei suoi primi, uscito una quindicina di anni fa, viene ora ripubblicato in una nuova edizione, completamente rinnovata, rielaborata e ampliata: “L’altro gusto. Per un’estetica dell’esperienza gustativa” (Edizioni ETS).
Ne parleremo in questa puntata.
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