Oggi, la storia

Cuba 1962: la crisi dei missili

Rete Due, martedì 14 ottobre, 07:05

  • 14.10.2014, 09:05
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Cuba dal satellite

  • Courtesy NASA
02:53

Oggi, la storia 14.10.14

Oggi, la storia 14.10.2014, 07:05

Agli inizi degli anni '60 la tensione fra le due superpotenze americana e sovietica fu la più alta dell'intero periodo della guerra fredda. Dopo la rivoluzione castrista del 1959, Cuba aveva ottenuto il sostegno dell'URSS e nel 1961 gli Stati Uniti autorizzarono uno sbarco sull'isola di "volontari" anticastristi addestrati dalla CIA. Ma la spedizione fallì e subito ne approfittò il leader sovietico Chruščëv per isolare Berlino ovest, che si trovava nel territorio della Germania comunista. Fu allora che, di fronte alla dura reazione americana, venne costruito il muro che divise la città fino al 1989.

Poi il 14 ottobre 1962, proprio 52 anni fa, un aereo americano avvistò alcune basi missilistiche sovietiche segretamente in costruzione a Cuba. Con esse l'URSS avrebbe acquisito un vantaggio strategico decisivo, alterando l'equilibrio bipolare, e così il presidente americano Kennedy rispose sottoponendo Cuba a un blocco navale. Mai come allora il mondo fu in preda all'incubo di una catastrofe nucleare, ma i sovietici non tentarono di forzare il blocco. La crisi fu risolta con un compromesso e in seguito subentrò una fase di maggiore distensione.
Era stata davvero probabile una guerra atomica? Il deterrente fondamentale fu la consapevolezza di entrambi i contendenti che in caso di guerra non ci sarebbero stati né vinti né vincitori. I due leaders lo sapevano benissimo. «Di armi nucleari», aveva detto Kennedy, i sovietici «ne hanno abbastanza da farci saltare per aria comunque». E anche Chruščëv era stato molto chiaro: «brandire le armi nucleari come minaccia è un conto – aveva affermato –, ma usarle è tutt'altra cosa».
Il fatto è, però, che i cittadini di allora sentivano appunto le loro minacce. Queste parole dei due leaders le abbiamo apprese molto tempo dopo grazie alla ricerca storica e all'apertura degli archivi, da cui è emerso non meno chiaramente che la crisi sarebbe potuta sfuggire loro di mano anche soltanto per errore, tanto si era arrivati vicino al punto di rottura.

Come recita un vecchio proverbio, in definitiva, fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. Sia quando i capi di governo di questo o quel pese fanno la voce grossa, sia quando invece rassicurano l'opinione pubblica.
Tommaso Detti

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