Oggi, la storia
Venerdì 17 giugno 2016 - 07:05
Il re d’Inghilterra Giovanni senza Terra in difficoltà per la clamorosa sconfitta subita a Bouvines dai francesi e dal giovanissimo Federico II , il 15 giugno del 1215 è costretto dai suoi baroni a un passo per lui assai spiacevole : la concessione della Magna Charta libertatum.
Esasperati dalle enormi tasse imposte dal re per compensare le perdite economiche della guerra , i baroni pretendono da Giovanni con la famosa Charta il riconoscimento di alcune libertates . Quali ? Innanzittutto il divieto di imporre nuove tasse senza il consenso del consiglio del regno , formato da arcivescovi, abati e nobili e poi la garanzia, valida per tutti gli uomini liberi, di non essere imprigionati se non dopo un regolare processo (si tratta del famoso habeas corpus ) . A tutto questo si aggiunge l’importantissimo riconoscimento della legittimità di resistenza a un governo ingiusto e opprimente .
E’ vero che la Charta del 1215 è storicamente un testo che nasce dal contratto feudale che riconosce gli obblighi di entrambe le parti , quel patto fra re e baroni che è all’origine del regno inglese. Ma d’altro lato è naturale che l’interesse di noi moderni sia catturato dalla parola libertas ( che è troppo debole tradurre con “privilegio”) .
Libertà è un termine ricco e attraente con significati che si riferiscono ai diritti dell’uomo e vanno dalla filosofia alla morale e alla politica. Sono contraria ad attualizzazioni selvagge e romantiche , ma anche convinta che l’idea di libertà , una idea non statica ma in progress , abbia fatto un lungo viaggio attraverso i tempi e che la Magna Charta sia uno dei passaggi importanti nella fase iniziale di questo percorso.
Cinquecento anni dopo Voltaire scrive :”Tutti i cittadini possono non essere egualmente potenti, ma tutti possono essere egualmente liberi : ecco quel che gli Inglesi hanno finalmente ottenuto grazie alla loro costituzione. Essere libero significa dipendere soltanto dalle leggi.”.