Oggi, la storia
Mercoledì 08 giugno 2016 - 07:05
Peppa Pig, popolare personaggio dei cartoni animati per bambini in età prescolare, sta per diventare un marchio globale. Lo scorso anno Peppa ha registrato entrate per oltre un miliardo di dollari, tra diritti televisivi e altre forme di sfruttamento dell’immagine. Ma la società che ha acquistato i diritti di Peppa Pig dai suoi creatori ritiene che si possa rapidamente arrivare a due miliardi di dollari.
È nell’Ottocento che cresce l’attenzione per i personaggi proposti ai bambini, con il dichiarato intento di formare nuovi cittadini patriottici rispettosi delle leggi. Il precursore può essere considerato Giannetto, di Luigi Parravicini, pubblicato nel 1837 e presto adottato in molte scuole italiane. In un Paese di analfabeti, si cerca di diffondere nozioni utili attraverso le poco avventurose vicende del protagonista.
Il punto d’arrivo di questo percorso è naturalmente Pinocchio, pubblicato da Carlo Collodi nel 1883, poco prima di Cuore, di Edmondo De Amicis. In quegli stessi anni Johanna Spyri pubblica Heidi, che propone ai bambini svizzeri l’incanto della vita nella natura incontaminata delle Alpi e l’amore per il prossimo, al di fuori delle convenzioni borghesi.
Le buone intenzioni si spengono con Il giornalino di Gian Burrasca, pubblicato da Vamba nel 1912, ma il fascismo presto riscopre il potenziale propagandistico della letteratura per l’infanzia, con una serie infinita di giovani balilla eroici.
La miliardaria Peppa Pig appare lontanissima da quei suoi remoti precursori. Per cominciare si rivolge a bambini più piccoli. Ma soprattutto non sembra più avere messaggi da trasmettere o modelli da proporre. Se gli eroi per l’infanzia si avventuravano spesso soli alla scoperta del mondo - un rito di passaggio necessario per diventare adulti - Peppa Pig si limita a mettere in scena quadretti di vita quotidiana, sempre con la rassicurante compagnia dei genitori: preparare le frittelle, lavare la macchina, far volare un aquilone. Piccole storie di una famiglia unita, felice, divertente: forse è questo il desiderio impossibile del nostro tempo.