Era uno dei film più attesi della Mostra. Firmato dall’americano Abel Ferrara, autore cult di film come King of New York, Il cattivo tenente, Fratelli, ma anche di controprestazioni come il kitschissimo 4:44 Last Day on Earth. Senza contare Welcome to New York, sullo scandalo sessuale Strauss-Kahn, uscito in primavera direttamente su internet.
"Il nostro film è sulla sua vita e sul suo lavoro", ha detto il regista. Il biopic è dedicato in realtà solo alle ultime ventiquattrore di Pier Paolo Pasolini. Sovrappone realtà, immaginazione e creazione artistica. Pasolini parla inglese e ha il volto di Willem Dafoe; gli altri parlano italiano misto a un inglese maccheronico. Scelta strana, che dà toni grotteschi.
La scena più azzeccata, l’unica ammantata del senso civico che ci si attenderebbe, è probabilmente quella del pestaggio mortale ad opera di alcuni balordi (avvenuto nel 1975): se non altro suscita - per reazione indignata - una riflessione sul rispetto nei confronti dell’identità sessuale altrui.
mz
RG 18.30 del 04.09.14 - Il servizio di Marco Zucchi
RSI Info 04.09.2014, 18:45
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