Due giorni dopo averlo fatto per i cosiddetti VIP, Art Basel alza giovedì il sipario anche per il grande pubblico. La fiera elvetica, fra le più importanti nel panorama dell'arte contemporanea, costituisce un termometro importante per l'andamento del mercato, in ripresa dopo la pandemia. Il nuovo responsabile Noah Horowitz si dice ottimista su un aumento della quota del settore, a scapito delle vendite all'asta e in rete che hanno spopolato durante la fase del Covid-19.
Fino al 18 giugno sono presenti 284 gallerie d'arte. Diverse presentano opere legate a varie esposizioni in corso nei musei della città renana. La galleria di Bruxelles Greta Meert mostra per esempio dipinti di Shirley Jaffe, celebrata in questo momento al Kunstmuseum. Presso la newyorkese Van der Weghe, due opere di Basquiat sono presentate in vetrina, mentre otto tele dell'artista possono essere ammirate alla Fondazione Beyeler.
Non mancano poi colossi internazionali come Hauser & Wirth, Gagosian o Zwirner & co. La prima punta ancora ad esempio sulla scultrice Louise Bourgeois. Un anno fa un suo colossale ragno era stato ceduto per 40 milioni di franchi, una cifra record. Quest'anno è presente un esemplare più piccolo che ha già trovato un acquirente per 22,5 milioni nel corso della prima giornata. Sono già almeno una mezza dozzina le vendite milionarie messe a segno con opere di artisti come George Condo, Philip Guston, Alexander Calder e Paul Klee.