Quaranta opere chiave della produzione di Balthus, artista nato nel 1908 e morto nel 2001, sono esposte da domenica alla Fondazione Beyeler di Riehen. Ripercorrono la carriera del pittore figlio di genitori tedesco-polacchi (si chiamava Balthasar Klossowski da Rola) e che ha concluso la sua esistenza in uno chalet di Rossinière, nel canton Vaud, con la seconda moglie di origine giapponese.
"Thérèse rêvant" che fece scandalo a New York
Eccentrico, autodidatta, aveva sviluppato una sua forma di avanguardia, in controcorrente rispetto a quelle moderne. Si definiva artigiano ma si atteggiava ad aristocratico e non disdegnava la mondanità, mischiava candore ed erotismo, tanto che la "Thérèse rêvant" del 1938 (esposta anche nel museo basilese dove constituisce l'elemento centrale della mostra) fu oggetto di una petizione che voleva il quadro rimosso, nel 2017 al Metropolitan Museum. Al di fuori della Francia e degli Stati Uniti, tuttavia, il suo lavoro è poco conosciuto al grande pubblico e le mostre sono rare.
La vedova alla presentazione della mostra venerdì
Di lui non si ricordano retrospettive in Svizzera negli ultimi 10 anni, ma ora una seconda esposizione è in corso, nello stabile ancora in costruzione che sarà la nuova sede del Museo cantonale di Belle Arti di Losanna, dove i dipinti sono accompagnati da luci e musica inscenati da Robert Wilson.
pon/ATS
La retrospettiva di Balthus fa discutere
Telegiornale 02.09.2018, 20:00