“Il film che celebriamo stasera è una meditazione sull’amore. È palesemente singolare ma ironicamente universale. Con incredibile sicurezza e precisione, il film esplora il motore del desiderio e ciò che produce e l’invidia che possiamo provare verso coloro che ne sono presi nella morsa. Con la sua acuta e lucida osservazione, la sua paziente telecamera e le sue impeccabili performance, nell’attenzione che dedica all’atto stesso della scrittura. Come un processo di intreccio dei nostri desideri nell’esperienza, questo film ti colpisce nel vivo, con la sua acuta intelligenza e i suoi improvvisi, sorprendenti momenti di rivelazione”.
Con queste parole il presidente di giuria, Todd Haynes ha annunciato l’attribuzione dell’Orso d’oro al film norvegese DRØMMER - Dreams, di Dag Johan Haugerud che, con i precedenti Sex e Love, chiude una trilogia iniziata proprio a Berlino lo scorso anno e passata per la Mostra di Venezia. Un film che ci racconta l’esperienza di Johanne, 17 anni, che si innamora della sua insegnante Johanna. Fino a che punto il rapporto arrivi a compimento il film non ce lo racconta esplicitamente ma di questa sua storia d’amore Johanne annota tutti i dettagli, anche quelli più intimi, che finiscono nelle mani di nonna e mamma e diventano un racconto di successo editoriale.
Un successo inatteso: il film non aveva convinto la critica e dei tre è forse quello più intimo e meno cinematografico. Ben più convincenti i due riconoscimenti secondari. Il Gran Premio della Giuria assegnato al film brasiliano O ÚLTIMO AZUL di Gabriel Mascaro e il Premio della Giuria che invece è stato vinto dal film argentino EL MENSAJE di Iván Fund. Due film con un forte risvolto politico: nel primo si immagina che tutti i cittadini sopra i 75 anni debbano lasciare lavoro e casa per accomodarsi in “colonie” in cui attendere la fine della vita. Ma Tereza (la splendida Denise Weinberg) non accetta e dopo essere sfuggita alla polizia, riesce a trovare una nuova occasione per vivere.
Il film argentino, in bianco e nero, è invece la storia di un trio di persone che in Paese sull’orlo della miseria, sbarcano il lunario grazie alla capacità (vera o presunta) della piccola Myriam di parlare con gli animali, vivi e morti.
Il premio per la miglior regia lo ha conquistato il cinese Huo Meng per il potente LIVING THE LAND. A Rose Byrne per il film IF I HAD LEGS I’D KICK YOU di Mary Bronstein è stato assegnato il premio per la miglior interpretazione; a Andrew Scott per BLUE MOON di Richard Linklater il premio per la miglior performance di supporto. La miglior sceneggiatura l’ha vinta Radu Jude per il suo KONTINENTAL ‘25 mentre il contributo artistico ad un film lo ha conquistato LA TOUR DE GLACE di Lucile Hadžihalilović.
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