Cento anni fa nasceva Albert Camus , l’intellettuale francese che con il suo lavoro di filosofo, saggista, scrittore e drammaturgo ha segnato il Novecento. Nato a Mondovi il 7 novembre 1913, in Algeria, l’autore de “La Peste” fu insignito del Premio Nobel per la Letteratura nel 1957.
Assieme a Jean-Paul Sartre (fondatore), con il quale condivise una parte del suo percorso di pensiero (la rottura avvenne dopo la pubblicazione de “L’uomo in rivolta”), sedette nel comitato direttivo della rivista politica-letteraria “Les Temps Modernes”. Con l’opera pubblicata nel 1951 denunciò il totalitarismo presente in Unione Sovietica, attirandosi le critiche dei “compagni” comunisti.
Il suo lavoro fu teso allo studio dei turbamenti dell’animo di fronte all’esistenza e della condizione alienante e assurda in cui si trova a vivere l’uomo. Con la pubblicazione de “La peste” (1943-1944), Camus superò il senso tragico dell’esistenza umana, introducendo nella sua speculazione filosofica il concetto di solidarietà.
Assunse posizioni chiare nel conflitto algerino, dichiarandosi contrario all’indipendenza del paese, auspicando allo stesso tempo la fine del sistema coloniale che contemplasse però l’appartenenza dell’Algeria alla Francia. Morì all’età di 46 anni in un incidente stradale a Villeblevin (Francia centrale) nel 1960.
(AlesS)
Le sue frasi più belle
“La rivolta consiste nell’amare un uomo che non esiste ancora”. “In nome di cosa giudichiamo, noi che giudichiamo?”. “La grandezza dell’uomo è nella decisione di essere più forte della sua condizione”. “Creare è dare una forma al proprio destino”. “Il mondo in sé, non è ragionevole: è tutto ciò che si può dire”.
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RSI Info 07.11.2013, 12:26
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Laser, David Camus- il nipote scrittore di Albert Camus di Sandra Sain
RSI Info 07.11.2013, 12:27
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