La Russia ha iscritto "Leviathan", proibito nella versione originale sul territorio nazionale a causa del linguaggio osceno, alla corsa per l'Oscar per il miglior film straniero. Premiata a Cannes per la miglior sceneggiatura, l'opera di Andrei Zviagintsev è, come se non bastasse, anche un atto di denuncia nei confronti di un potere onnipresente, arrogante e corrotto. Forse non a caso, il ministro della cultura Vladimir Medinski l'ha giudicata di valore, pur precisando che non gli è piaciuta.
Tra i candidati c'erano pure "Le notti bianche di un postino", Leone d'argento a Venezia, ma Andrei Konchalovski ha chiesto ai selezionatori di non presentarlo poiché contrario all'"hollywoodizzazione" del mercato e in polemica con la "segregazione" del cinema mondiale da parte del mondo anglofono, rappresentazione di un presunto dominio culturale dell'Occidente.
ANSA/dg