Francesco De Gregori ama definirsi artista. Sicuramente è tra coloro che hanno innovato e lasciato una traccia luminosa all’interno della musica italiana.
Cantautore, e poeta, ha spaziato dalla canzone d’autore al rock, passando per la musica popolare. Una carriera lunga quarant’anni, con brani come “ Rimmel”, “Alice non lo sa”, ”Generale”, ” La leva calcistica del 68”, ”La donna cannone”, "il bandito e il campione”, ”Viva l’Italia”, che sono diventati oltre che successi, frammenti della storia collettiva italiana.
Il suo stile unisce melodia e armonia, e fonde voce, testo e parole. E proprio le parole, l’utilizzo di termini inconsueti, il loro accostamento colto e poetico è una delle sue caratteristiche.
“Fa che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe, anche la solitudine”, un verso tratto da “Santa Lucia”, una sua composizione ,che era molto amata da Lucio Dalla, memorabile compagno di Tour e di progetti musicali, come “Banana Republic”, dove portano la musica d’autore negli stadi.
Personaggio schivo e ritroso, soprannominato “Il Principe”, annovera tra le sue letture giovanili, Steinbeck e Cronin, Pavese, Marcuse e Pasolini, al quale ha anche dedicato una canzone “Ciao Pa”. Influenze che ritroviamo nei suoi brani, che coniugano la letteratura con l’impegno civile la poesia con la cronaca. In occasione del suo nuovo tour europeo, è stato recentemente ospite a Locarno, protagonista del sesto concerto per l’infanzia, evento benefico per la raccolta fondi nella Svizzera italiana a favore di associazioni che lavorano nel campo della protezione per l’infanzia. Si è raccontato con generosità, svelando aspetti inusuali e sorprendenti a Turné, in una puntata andata in onda sabato 29 novembre.
Sonja Riva
Un estratto dell'intervista a Francesco De Gregori
RSI Info 26.11.2014, 13:14