Nell’ipotetico futuro di The Lobster il controllo delle autorità sulla vita di ogni cittadino arriva alla sfera personale al punto che nessuno può essere single. E non ci sono alternative: se la moglie ha deciso di scappare con l’amante, come accade al protagonista interpretato da Colin Farrel, se il marito muore, si viene immediatamente portati in un albergo dove entro 45 giorni si deve scegliere l’anima gemella, pena la trasformazione in un animale a scelta.
Il poster di Lobster
Per il Farrel aspirante aragosta, quindi, oltre il danno, la beffa. Anzi una doppia beffa perché se nell’hotel non riesce a trovare una donna a cui accompagnarsi, la trova (Rachel Weisz) appena scappa con un gruppo di ribelli che vivono nel bosco capitanati da una Lea Seydoux che pone come prima regola il divieto di avere una relazione sentimentale.
Applausi alla proiezione stampa del Festival di Cannes per il film del greco Yorgos Lanthimos (già autore del geniale e altrettanto inquietante
Alps), a tratti troppo intellettualistico, che fa riflettere su quanto sia importante e sempre più in pericolo la libertà. Un tema dai precedenti illustri: dalla finzione di
Fahrenheit 451 di François Truffaut alla terribile verità del documentario su Edward Snowden
Citizenfour, fresco di Oscar.
Francesca Felletti
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