Un battipanni rosso come chitarra, un divano come sala prove e una "curiera" che percorre in lungo e in largo il Lago di Como come improvvisato palco. Ricordi di un bambino di lago, ora cantautore affermato, che 40 anni fa faceva i primi esperimenti musicali sognando di esibirsi un giorno alla festa del Missoltino.
E’ Davide Van De Sfroos, faccia laghée e rughe incise dai venti Breva e Tivano, menestrello di frontiera che, sulla soglia dei 50 anni, ha appena “partorito” la sua ultima fatica musicale: “Goga e Magoga”.
Il disco, frutto di una profonda riflessione interiore tra ombre, irrequietezza e speranza, è l’ennesimo convincente tassello del viaggio artistico di Van De Sfroos, uomo di malinconie e fantasmi, bambino che sui banchi di scuola diventava rosso quando doveva cantare “il Piave mormorava”.
L’artista, che alcuni giorni fa in radio a Besso ha presentato il disco, sarà ospite della trasmissione televisiva Turné, in onda sabato su LA 1. Guarda due stralci dell'intervista a lato.
Angelica Isola
Gallery video - "Goga e Magoga", tra ombre e speranza
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