Un ricco e raffinato bouquet di nomi altisonanti - registi e attori – per festeggiare l’inaugurazione della 70esima edizione del Festival di Cannes. Se il film di apertura Le fantòmes d'Ismaël di Arnaud Desplechin con Mathieu Amalric, Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard riesce solo a tratti a muoversi in un mondo di fantasmi e bugie dove amore e morte, arte (cinematografica ovviamente) e spionaggio, presente e passato si incrociano faticosamente, si può già delineare una top five dei titoli più attesi.
Su tutti vince il seguito della serie Twin Peaks di David Lynch che nel 1990 stupì il mondo per la capacità di unire lo stile bizzarro ed estremo del regista americano con un format televisivo. Sulla Croisette saranno presentate le prime due nuove puntate che, con ogni probabilità, inseriranno nuovi misteri della simbolica provincia americana del titolo.
Fa sempre parlare di sé anche Sofia Coppola, alla sua quarta volta da regista a Cannes, con The Beguiled, remake dell’omonima pellicola di Don Siegel del 1971. Un thriller con sfumature erotiche ai tempi della Guerra Civile americana: in un collegio femminile del Sud viene accolto e curato un soldato nemico che attira le attenzioni di studentesse e non. Accanto al protagonista Colin Farrell, si muovono Kirsten Dunst, Nicole Kidman e Elle Fanning.
Il dramma di una famiglia borghese che vive a Calais e si trova ad affrontare l’emergenza della migrazione è al centro di Happy End del grande regista austriaco Michael Haneke. Protagonisti: Isabelle Huppert, Jean-Louis Trintignant e Mathieu Kassovitz.
Definito come disturbante persino sulla scheda del programma del Festival di Cannes D’après une historie vraie di Roman Polanski, che racconta l’amicizia morbosa fra una donna e una scrittrice in crisi creativa.
E c’è da scommettere che non lascerà indifferenti The Killing of a Sacred Deer del greco Yorgos Lanthimos, che già aveva destabilizzato Cannes con The Lobster. Protagonista – come in The Lobster - Colin Farrell (qui come in The Beguiled al fianco di Nicole Kidman), nel ruolo di un chirurgo costretto a un impensabile sacrificio.
Film che si prefigurano emotivamente impegnativi, ma il bello del cinema sta nel non riuscirsi ad alzare dalla poltrona.
Francesca Felletti