Sono riapparsi dopo quasi 2'000 anni. Questa volta sono due uomini: un patrizio avvolto in un caldo mantello di lana e il suo giovane schiavo in tunica. È la nuova scoperta fatta a Pompei, nei giorni della pandemia, nello scavo nella grande villa suburbana a Civita Giuliana, 700 metri a nord ovest di Pompei, dove il Parco Archeologico è al lavoro già dal 2017. Le immagini dei calchi sono impressionanti, il gesso ha restituito ai due persino le vene pulsanti nelle mani, contratte dal dolore.
"Una scoperta assolutamente eccezionale" - sottolinea il direttore del Parco Archeologico, Massimo Osanna - anche perché "per la prima volta dopo più di 150 anni è stato possibile realizzare i calchi perfettamente riusciti delle vittime e delle cose che avevano con sé nell'attimo in cui sono stati investiti e uccisi dai vapori bollenti dell'eruzione". "Con buona approssimazione - spiega Osanna - deve essere avvenuto nella prima mattinata del secondo giorno dell'eruzione", quindi intorno alle 9 del 25 ottobre di quel terribile 79 d.C., quando sulla colonia romana si rovesciò la seconda corrente piroplastica, un vento di morte che non lasciò scampo a nessuno.