Diciannove film in concorso al
Festival di Cannes, che
i fratelli Coen e soci dovranno giudicare nei prossimi undici giorni. I primi due sono degli attesi ritorni. Il giapponese
Kore-Eda Kirokazu con Unimachi Diary, una storia di sorelle-amiche-complici che accolgono con loro la giovane sorellastra, figlia dell'amante del defunto papà. Poi c'è il bestiario barocco e eccentrico del nuovo film di
Matteo Garrone, che diverge da titoli come
Gomorra o
Reality per la fuga da un realismo contemporaneo verso il fantasy in costume, ma ripropone l'ossessivo gusto dell'autore (dato in comune con il collega Sorrentino) per una forma di mostruosità deviante. Dall'imbalsamatore ai camorristi di Casal di Principe, al padre di famiglia che sogna il colpaccio in tv, a questo agglomerato di crudeltà bizzarra, il passo è meno lungo del previsto.
La giornata del festivaliero
Delle cinquanta favole napoletane presenti nel
Pentamerone (1634-1636) di Giambattista Basile, Garrone in
Il racconto dei racconti ne conserva tre: la regina sterile
Salma Hayek mangia il cuore di un mostro, il re buffo
Toby Jones alleva una pulce e vessa la figlia, le vecchie e orrende tintore di stoffe dalla voce flautata suscitano le brame del re lussurioso
Vincent Cassel e arrivano alle estreme conseguenze.
La gallery del film di Il racconto dei racconti
All'opposto di quanto si dice di solito dei film andati a ramengo, questo ha tutto per non piacere, compresi i mostri di gomma digitale, ma riesce a colpire il bersaglio per una certa unicità, che non fa rimpiangere le continue variazioni sul tema proposte dalla fiabistica cinematografica, ad esempio il recente e perdibile
Into The Woods.
Marco Zucchi
Matteo Garrone parla a Rete Due della modernità dei temi
RSI Info 14.05.2015, 14:04
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Matteo Garrone parla a Rete Due della modernità dei temi
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