Brillano ancora le luminarie, su corso Matteotti. Perché a Sanremo non è l'Epifania a portarsi via tutte le feste: saranno spente una volta proclamato il vincitore del Festival della canzone italiana. Le luci congiungono due luoghi simbolo: il teatro Ariston, che lo ospita per la quarantasettesima volta, e il Casinò, dove nacque nel 1951 alla radio e dal quale, in televisione, non andò mai in onda a colori.
La strada, pedonale, è una piccola passeggiata delle star: per ognuna delle sessantatré canzoni vincitrici è posata una targa con titolo e interprete. Da "Grazie dei fiori" a "L'essenziale" si percorre grossomodo metà corso: un augurio di longevità al Festival.
È pieno di gente, il centro di Sanremo, e l'attenzione non è solo per i saldi: un centinaio di persone sosta già davanti al Teatro, dove un giornalista conduttore della Rai riesce a dividersi disinvolto tra le ammiratrici che gli chiedono di posare per una foto e il suo regista, che gli dà istruzioni per la diretta.
Altri posano un incrocio più in là, accanto a Mike Bongiorno: Sanremo ha dedicato un piccolo monumento al presentatore che condusse il Festival undici volte. Due meno di Pippo Baudo, il quale domani sarà premiato dalla Città insieme a Franco Migliacci (paroliere di 'Nel blu dipinto di blu') e altre figure storiche della manifestazione.
Intanto, lo strillone del quotidiano "Il secolo XIX" ricorda che Beppe Grillo ha annunciato la sua presenza, in platea, per martedì. È verosimile che farà scattare verso l'alto gli ascolti, ed è inverosimile che il leader del Movimento 5 Stelle si limiti a regalare al Festival punti di share senza sfruttarne, in qualche modo, l'eco mediatica.
Rino Scarcelli
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