Un quadro che si autodistrugge pochi secondi dopo essere stato venduto, può sembrare una storia inventata, ma è accaduto venerdì sera a Londra ad un'opera di Banksy, uno dei maggiori esponenti della cosiddetta Street Art, battuta a un asta per più di 1,35 milioni di franchi.
La ragazzina col palloncino, la sua opera più famosa, poco dopo la vendita, è scivolata dalla cornice attraverso un trita documenti che l'ha ridotta per metà a strisce. Un gesto provocatorio, uno scherzo di un'artista abituato a stupire o ancora qualcosa di più? Secondo il critico d'arte Flaminio Gualdoni, intervistato dalla RSI, si potrebbe parlare di uno scherzo in quanto le opere di questo artista abbiano una componente di tipo provocatorio e ironica.
"L'artista ha una capacità di giocare sui meccanismi di aspettativa che noi abbiamo sclerotizzato", spiega. La grandezza di Bansky, secondo il critico, sta nella sua capacità inventiva di proporre una cosa che mai ci si immaginerebbe.
Quello che rimane dell'opera è una reliquia. Se l'opera ora sia quella di prima o quel che ne rimane ora, rimane un'incognita. Quello su cui certamente il docente di storia dell'arte all'Accademia di Belle Arti di Brera sostiene non esserci alcun dubbio, è che Bansky "ha l'abilità di fare sempre gesti molto forti, ma fondamentalmente gentili. Non è veramente distruttivo, non altera lo status quo, è uno che se ne va in mezzo alla Palestina bombardata e poi dipinge il pensatore di Rodin su un pezzo di muro sbrecciato. Sono operazioni molto forti ideologicamente, ma sempre gentili che non fanno male in apparenza. Poi invece, concettualmente scavano molto nel profondo e lì sono feroci".
La beffa di Bansky
Telegiornale 06.10.2018, 20:00