“La commedia dell’esistenza" (Komödie das Daseins) è il titolo dell’ampia mostra che il Kunsthaus di Zugo dedica, fino al 6 gennaio, all’umorismo nella storia dell’arte. È la prima volta che un museo si occupa in modo così approfondito di questo tema. La mostra è frutto di dieci anni di ricerche e di discussioni e raccoglie oltre 300 opere di tutte le epoche: dipinti, sculture, incisioni, fotografie, filmati e installazioni.
Sono molti gli artisti celebri che è possibile incontrare: Meret Oppenheim, Renée Magritte, Pablo Picasso, Pipillotti Rist, Giovanni Segantini, Andy Warhol, Paul Klee. Caricature, giochi di parole, satire... trovano spazio tutte le forme di umorismo: dalle più innocue alle più feroci e sovversive. Le opere distribuite sui tre piani del museo appartengono a tutte le epoche della storia dell'arte e a tutti i generi, cinema compreso, a cominciare da quello muto, tra cui per esempio il discorso in pseudotedesco di Charlie Chaplin ne "Il grande dittatore".
La struttura di base della mostra è cronologica, spiega il direttore Matthias Haldeman. L'allestimento inizia al piano inferiore con il mondo antico, per passare poi al Medioevo e al Rinascimento, mentre al piano superiore è stata "ricreata" la contemporaneità. La vera suddivisione però è tematica, perché nel corso delle ricerche è stato constatato che esistono temi trasversali e ricorrenti, ed è ciò che hanno voluto evidenziare i curatori dell'esposizione.
Ad esempio: la critica ai potenti, alle autorità, alla Chiesa, al papato, ai despoti... sono fenomeni senza tempo. "L'umorismo come arma" è il titolo di un altra importante sezione che abbraccia un lungo periodo, che va dalle lotte contro il papato nel periodo della riforma a Charlie hebdo, passando per l'opposizione al nazifascismo e per l'antimilitarismo durante le guerre mondiali, che trovò espressione sia nel Dadaismo che nel Surrealismo.
Dalla mostra emerge comunque con chiarezza che è soprattutto nei momenti più difficili e drammatici che l'arte dell'umorismo dà la prova migliore di sé. Lo sottoilnea anche Haldeman: "È qualcosa che consente di affrontare meglio le avversità dell'esistenza e mantenere un atteggiamento positivo nei confronti della vita. Può essere la guerra, l'emergenza, la morte, le malattie, la crisi o quant'altro. Le possibili minacce sono onnipresenti e per questo c'è un riferimento a Nietzsche: lui era convinto che abbiamo bisogno del 'sacro ridere' per affrontare l'inaudito".
Scopri di più:
Il sito del museo: www.kunsthauszug.ch