Annalisa Alphandery intervista Vittorio Taviani (web only)
RSI Info 27.02.2015, 18:29
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Hanno dichiarato: "Giovanni è nostro fratello".
Dopo Cesare deve morire, ovvero Shakespeare girato con i detenuti della compagnia teatrale di Rebibbia (vincitore di Orso D’Oro e David di Donatello), Paolo e Vittorio Taviani tornano nella loro amata Toscana e a Firenze ambientano Maraviglioso Boccaccio, pellicola a lungo pensata per la quale s’ispirano a cinque novelle del Decamerone di Giovanni Boccaccio.
Pur andando indietro nel tempo, lo fanno senza ricreare una vera realtà storica, ma cercando la verità nella finzione. Portando sullo schermo “la peste” trecentesca vogliono evocare una sorpresa, un dolore e una paura attuali e universali.
La trama raccoglie i presupposti letterari: dieci giovani che decidono di lasciare Firenze per fuggire gli orrori della pestilenza e si rifugiano nella campagna circostante. Lì cercano di scampare all’incertezza del domani “novellando”, ossia raccontandosi brevi storie, altrettante fughe dell’anima e della mente.