Termina un anno da incorniciare per la Borsa svizzera. Negli ultimi giorni di dicembre l'indice dei valori guida SMI ha toccato un nuovo record storico, salendo sopra i 12'970 punti. E in tutto il 2021 il listino ha fatto segnare un guadagno di oltre il 20%.
Il buon andamento del mercato si può spiegare, malgrado sia ancora presente la pandemia dovuta al coronavirus "con la ripresa economica in corso da diversi mesi" spiega Sascha Kever, analista e gestore patrimoniale della banca PKB di Lugano ai microfoni della RSI. "L'attuale politica monetaria svizzera, con tassi di rendimento delle obbligazioni praticamente nulli, con iniezioni di liquidità e tassi ai minimi storici, spinge di fatto gli investitori verso il mercato azionario" aggiunge l'esperto.
Tuttavia anche nel 2021 non sono certo mancati i problemi: timori per il rialzo dell'inflazione, il gigante dell'immobiliare cinese Evergrande che ha rischiato il fallimento, i problemi degli ultimi mesi per le forniture di componenti e materie prime, la pandemia ancora presente. "In effetti il mercato azionario ha avuto delle correzioni in diverse occasioni "aggiunge Kever che precisa però che "l'economia dovrebbe riuscire a risolvere tutti questi problemi o a conviverci".
Per quanto riguarda il 2022 l'analista rimane sostanzialmente "positivo per l'andamento del mercato azionario. I maggiori problemi, quelli legati alla pandemia, potrebbero arrivare solo in caso di nuove drastiche chiusure che però al momento non sembrano essere all'orizzonte, mentre i problemi legati alle difficoltà di approvvigionamenti dovrebbero pian piano risolversi".